Il commento di Franco Debenedetti, presidente dell’Istituto Bruno Leoni.
Il commento di Franco Debenedetti, presidente dell’Istituto Bruno Leoni.
Franco Debenedetti commenta il duo franco-tedesco Christine Lagarde e Ursula von der Leyen, intervenendo sul tema della manovra e crescita/recessione italiana e sulla procedura d’infrazione contro l’Italia.
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Intervista di Antonio Gnoli
La fuga in Svizzera nel 1943 per salvarsi dal nazifascismo, la laurea in ingegneria e la passione per la musica. Il lavoro in Olivetti con il fratello Carlo e la volta che dissero no a Steve Jobs: “Sbagliammo? Oggi è facile dirlo, ma era un modello non esportabile in Italia”
Le Tappe
La famiglia
Franco Debenedetti nasce nel 1933 a Torino. La famiglia paterna appartiene alla comunità ebraica di Asti e nel 1943 si rifugia in Svizzera.
La politica
Dopo la laurea in ingegneria, lavora nell’azienda paterna, alla Fiat e poi all’Olivetti. Nel 1994 viene eletto al Senato, vi rimarrà dodici anni
I libri
Tra i suoi titoli: Scegliere i vincitori, salvare i perdenti (Marsilio), La guerra dei trent’anni, scritto con Antonio Pilati (Einaudi), Il peccato del professor Monti (Marsilio)
Con quel ciuffo, che pare un’onda bianca che si infrange sullo scoglio, Franco Debenedetti conserva tracce giovanili. È magro, alto, con mani grandi e polsi da catena di montaggio. Franco è il fratello di Carlo De Benedetti, presidente onorario del Gruppo Editoriale Gedi, proprietario di Repubblica:«Abbiamo lavorato a lungo insieme, momenti entusiasmanti, e anche duri. È la vita dell’imprenditore, satura di rischi», dice Franco. Chiedo se lui si senta imprenditore. Mi guarda perplesso poi precisa: «Preferisco definirmi un teorico dell’impresa. Ho scritto libri sulla politica industriale, detestando e criticando il modo con cui spesso è stata gestita».
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di Ferruccio De Bortoli
La nostalgia del pubblico padrone e salvatore (Alitalia, ma anche Enel-Open Fiber)fa il paio con l’incapacità governativa di seguire le catene di valore (taglio degli incentivi 4.0). Ma la piccola industria, unico soggetto di cui i gialloverdi si sentono alfieri, ora si ribella. Teme l’oblio e gli appetiti esteri, che userebbero i nostri guai per comprare a prezzi di saldo
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Intervista di Andrea Ducci a Franco Debenedetti.
L’ennesima uscita di Matteo Salvini sulla fiat tax innesca una disputa sull’evidenza che una misura fiscale del genere favorisca più che altro i ricchi. «Staremo a vedere», dice Franco Debenedetti, presidente dell’Istituto Leoni, certo è che «presenta più di un problema».
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Intervista di Alessandro Rossi a Franco Debenedetti e Pietro Ichino
Ing. Debenedetti, quali sono le origini di questo rapporto?
Sono ormai undici anni che l’Istituto Bruno Leoni realizza questo lavoro che ha come obiettivo l’analisi del livello di apertura del mercato del nostro Paese, la sua evoluzione o involuzione nel corso del tempo ed il confronto con il resto d’Europa. Tutti gli esercizi di questo genere, in cui si mettono a confronto mercati e paesi diversi, ciascuno con le proprie specificità, e quindi dove si sovrappongono elementi quantitativi e qualitativi, e sono il risultato di scelte politiche ed economiche, sono soggetti a critiche di natura metodologica. Che però decrescono con gli anni: l’accumularsi dei rapporti nel corso del tempo tende ad annullare gli errori. Più sono gli anni, e qui sono ormai 11, più questo lavoro di analisi diventa prezioso per fornire indicazioni sulla strada che ciascun Paese deve seguire per dare più e migliori servizi ai suoi cittadini.
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