→ marzo 16, 1994
intervista di Alessandro Gilioli
Che cos’hanno in comune Gianni Agnelli, Carlo De Benedetti e l’arcivescovo di Torino Giovanni Saldarini? Il collegio senatoriale. Il 27 Marzo voteranno tutti e tre nel «Torino 1», quello in cui si confronteranno il leghista Gipo Farassino, il centrista Valerio Zanone e il progressista Franco Debenedetti.
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→ marzo 8, 1994
intervista di Riccardo Chiaberge
Non è un buon vento quello che ha spinto fin qui Umberto Eco, per dare man forte all’amico Franco Debenedetti, candidato al Senato per i Progressisti. Un vento maligno, vento di destra. Ma niente paura, assicura il semiologo: il futuro è nostro, non della Finivest. «Quando potremo fare lo zapping tra 150 canali, tutti gratuiti, Berlusconi dovrà cercarsi un altro impiego». L’ingegnere annuisce, compiaciuto. E il suo sorriso si allarga ancora di più quando sente dire al divino Eco che presto ogni banco di scuola dovrà essere munito di computer. Anche se la sala, alla Galleria d’Arte Moderna, è semivuota, là fuori già albeggia il «video dell’avvenire». I due oratori arrotano la erre, scherzano, divagano. L’atmosfera è salottiera. Più da «Venerdì letterari» che da comizio. «Voglio rendere utile la mia campagna elettorale — spiega Debenedetti. — Che sia un’occasione non soltanto per parlare ma per ascoltare e per fare cultura. Mi considero un candidato in ascolto».
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→ marzo 1, 1994
Intervista
Franco Debenedetti, 61 anni, ingegnere, creatore e amministratore di imprese, presidente della Fondazione Olivetti ha accettato la candidatura al Senato offerta da Alleanza Democratica nelle file dei Progressisti. “Non è più tempo di prudenti attese – dice – D’altra parte una ragionevole assunzione di fischi è la caratteristica di un imprenditore”.
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→ marzo 1, 1994
intervista di Paolo Trombin
Come si sente un capitalista a chiedere voti agli operai?
«A 25 anni ho cominciato a lavorare nell’azienda di mio padre. I dipendenti erano in tutto 85 con pochissimi impiegati: lavoro con gli operai da sempre. E gli operai torinesi mi conosco bene».
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→ febbraio 27, 1994
intervista di Ettore Boffano
C’è un operaio, un operaio in tuta blu nelle fantasie elettorali di Franco Debenedetti, 61 anni, ingegnere, ex manager dell’Oliveti; e fratello di Carlo, l’Ingegnere di Ivrea. Un operaio torinese che, la mattina del 27 marzo, dovrà decidere se sceglierlo come senatore progressista scartando Valerio Zanone, I’ ex sindaco liberale passato al Patto di Segni, e Gipo Farassino, l’ex chansonnier oggi luogotenente di Bossi all’ombra della Mole.
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→ febbraio 24, 1994
intervista di Pier Giorgio Betti
«Io sono con i progressisti in quanto imprenditore perché ritengo che solo uno Stato giusto sia legittimato a chiedere sacrifici e che solo l’intelligente collaborazione di tutti sia la strada dell’efficienza». Così Franco De Benedetti spiega la sua decisione di impegnarsi in prima persona, come candidato, nella campagna elettorale. E il programma di Berlusconi? «Come è possibile che gli italiani credano ancora alla letterina di Natale in cui si può chiedere tutto e si spera di trovare tutto, la mattina dopo, ai piedi del letto? Queste promesse verranno mantenute solo per alcuni e faranno stare peggio tutti gli altri».
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