→ marzo 14, 2000
D’accordo, la notizia non era una sorpresa, il terreno era stato preparato: eppure faceva un certo effetto leggere ieri sindaci e sindacati difendere compunti la logica, indicare convinti i possibili vantaggi dell’accordo di scambio di partecipazioni tra Fiat e General Motors. E’ la rapidità del cambiamento a sorprendere: quelli che oggi illustrano i vantaggi di integrazioni planetarie via internet, sono gli stessi che pochi mesi fa varavano la legge sulle subforniture; quelli che plaudono al socio americano sono gli stessi che difendono le più anacronistiche rigidità del nostro mercato del lavoro. Evidentemente anche gli interlocutori che, per il loro ruolo, sono contrapposti o neutrali, hanno subito distinto gli aspetti superficiali da quelli di sostanza, ed hanno rilevato il dato di fondo: questa é un’operazione nel segno della continuità.
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→ febbraio 19, 2000
“Gli interessi degli azionisti a cui il governo ha venduto titoli Eni e gli interessi più generali che si tutelano con la liberalizzazione sono inconciliabili”. Così l’Eni per bocca del suo presidente commenta il decreto legislativo Letta sulla liberalizzazione del gas. Dato – e assolutamente non concesso, come ho avuto modo di argomentare – che ciò sia vero, si aprono due prospettive. Primo: le società pubbliche diventano, all’atto della privatizzazione, esse stesse portatrici di un interesse di ordine superiore, che prevale su quello generale, a perseguire il quale erano state concepite; sono dunque una figura giuridica nuova Oppure: la rappresentanza di interessi superiori a quelli generali viene attribuita a tutte le società per azioni, In tal caso, posto che nella stragrande maggioranza delle società per azioni non vale il voto capitario, e stante la struttura proprietaria delle nostre maggiori società, l’interesse generale si identifica con quello delle grandi famiglie.
→ febbraio 10, 2000
“Per mettere insieme; noi cerchiamo sempre di mettere insieme”: così ha risposto il ministro a chi gli era andato a chiedere perché mai la RAI si fosse alleata ad Enel nella gara per l’UTMS, i telefonini di terza generazione.
Mentre diceva queste parole, le mani del ministro si muovevano con lenta fermezza, leggermente incurvate a coppa, quasi ad accarezzare un immaginario globo, a ricondurre tutto nella sfera della perfetta armonia.
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→ dicembre 2, 1999
È questione semantica, come quella tra sostanza e accidente della scolastica, se un’opa sia ostile o amichevole: deciderlo certo non tocca al management della società oggetto dell’offerta, ma spetta agli azionisti. Il management deve dire se l’offerta è conveniente, rivelare i fatti che permettano allo scalatore di incrementare la propria offerta. E poi restare neutrale: né difendere il proprio interesse creando ostacoli, né perseguirlo accordandosi con lo scalatore.
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→ novembre 30, 1999
Sette mesi dopo essere stata protagonista di uno degli episodi più appassionanti della nostra storia borsistica, Telecom Italia registra un giudizio negativo da parte dei mercati finanziari. La sua capitalizzazione dal gennaio 1999 — cioè “neutralizzando” l’effetto Opa — è salita del 40%; ma quella di France Télécom del 60% e quella di Deutsche Telekom dell’80%.
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→ novembre 17, 1999
«Normalizzare», nel caso di una formula matematica, significa compiere su di essa un’operazione che valga ad eliminare singolarità che disturbano. «Normalizzare» le Autorità indipendenti — numero dei componenti, modalità di nomina, durata in carica e, soprattutto, retribuzioni — è lo scopo di un disegno di legge in preparazione al Ministero della Funzione Pubblica. Sono veramente queste le «singolarità» che danno fastidio?
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