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→  ottobre 16, 2002

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L’entrata dello Stato nel capitale Fiat sarebbe un errore: se l’obbiettivo é quello di risanare l’auto italiana, per poi stabilizzarla con l’integrazione con un partner straniero, sarebbe un’iniziativa inutile e controproducente.

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→  ottobre 11, 2002


Intervista di S. Riz.

«Che ci voglia un’integrazione industriale, lo hanno detto tutti. Che il pia­no della Fiat debba essere cre­dibile è ovvio». E dopo queste considerazioni, il senatore Franco Debenedetti si pone una domanda: «Ma con chi va discusso il piano?».

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→  giugno 17, 2002


Prima era un’azienda di Stato da 25 miliardi di euro. E’ rimasta italiana e vale il doppio

Anche sulle privatizzazioni si è giocata una doppia partita. Una, sulla vendita vera e propria di aziende pubbliche; l’altra sulle nuove regole sul controllo societario. Quella di Telecom dal 1995 al 2001 è la storia sia dei cambiamenti di proprietà che si sono verificati, sia di come le leggi, in particolare la Draghi, hanno mutato il nostro capitalismo.

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→  giugno 5, 2002

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Dal supplemento “Energia&Ambiente”

Possiamo essere ragionevolmente soddisfatti di come abbiamo recepito la direttiva europea sul trasporto del gas: possiamo cioè dire che in Italia, la separazione societaria tra attività di trasporto da un lato, e attività di approvvigionamento e distribuzione dall’altro, l’abbiamo fatta.
Merito del ministro Enrico Letta, certamente, ma merito anche del modo in cui i vertici dell’ENI hanno interpretato il mandato da parte dell’azionista, e cioè non solo valorizzare la propria azienda, ma anche favorire la liberalizzazione (a differenza cioè di quanto ha fatto l’Enel di Franco Tatò).

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→  maggio 31, 2002


La vera questione è: quale strategia per Torino

Saranno i colleghi della Commissione industria della Camera, a sentire i vertici della Fiat, grazie al sempre tempestivo Bruno Tabacci che la presiede. Quindi non sarò tra i primi parlamentari a porre domande a Paolo Fresco e Paolo Cantarella. Avrei, per farlo, personali ragioni di interesse: perché, nella mia vita da manager, gli anni passati in Fiat sono stati quelli di maggiore soddisfazione e successo; e in quella da politico ho scommesso tutto sulla capacità del mercato e del capitalismo italiano di promuovere lo sviluppo del nostro paese.

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→  maggio 24, 2002

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Il Senatore risponde a Michele Salvati

La crisi Fiat non è sistemica, comune cioè all’intero settore industriale in cui opera, e neppure conseguenza di comportamenti dolosi o criminali come nel caso Enron: é’ una crisi dovuta a decisioni manageriali. Su questo sono assolutamente d’accordo con Michele Salvati. Ma, per discuterne, egli deve fare un premessa “ideologica”: nel capitalismo ci sarebbero “ragioni di illegittimità”, “ragioni profonde intimamente legate a quelle che ne assicurano la straordinaria efficacia nel produrre benessere”; esse discendono dalla proprietà, dato che questa conferisce ad alcuni il potere di prendere decisioni di cui molti pagheranno le conseguenze. Dissento radicalmente.

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