→ Iscriviti
→  giugno 9, 2000


«E’ mancata la risposta dell’offerta. L’erosione delle nostre quote di mercato risulta più am­pia di quella imputabile ai costi relativi». Nelle considerazioni finali del Governatore quest’an­no c’erano parole che sono par­se severe verso gli imprendito­ri: non è colpa solo della politi­ca e del Governo se il sistema Italia ha perso drammaticamen­te in competitività rispetto ai partner europei. Lo spunto è stato colto subito da Cofferati «Le amnesie degli industriali e i sacrifici per l’euro» La Repub­blica del 4 giugno); e l’avvoca­to Agnelli ha positivamente commentato l’equilibrio e l’equanimità che, anche grazie a questo passaggio, connotano l’intero ragionamento sviluppa­to da Antonio Fazio. Ma a ben vedere si tratta di un rilievo che gli imprenditori non hanno nes­suna ragione di prendere come un’ accusa.

leggi il resto ›

→  maggio 9, 2000


II dibattito pubblico che si è andato sviluppando intorno alla vicenda Umts, gli argomenti usati per difendere il primitivo progetto di assegnazione delle licenze, forniscono interessanti spunti di riflessione. Nel dibattito è possibile distinguere due fasi, una precedente e l’altra seguente la dichiarazione di Amato, che, nel discorso per la fiducia, fissava un limite inferiore — 25.000 miliardi — per le 5 licenze in palio.

leggi il resto ›

→  aprile 18, 2000


I 2500 miliardi riscossi dagli abbonati creerebbero problemi di concorrenza sui nuovi mercati

Per tutti i produttori di contenuti la net economy costituisce una discontinuità. In alcuni casi è una discontinuità rappresentata dal­l’ingresso in nuovi mercati: da Bertelsmann a Mediaset, da Hachette al gruppo Espresso sono molti i fornitori di contenuti che puntano a diventare anche fornitori di servizi. In altri casi la discontinuità riguarda la proprietà che passa di mano grazie alle immense risorse finanziarie rese accessibili alle internet companies: è il caso di Time-Warner acquistata da Aol o di Broadcast.com pas­sata a Yahoo! Il mutamento investe con forza anche Rai, la maggiore società editoriale italiana, e la porta fuori dal suo tradiziona­li perimetro di attività, la televisione generalista, verso nuove aree operative dove la competizione è più acuta di quella codificata nel duopolio, la creazione di valore si svolge secondo criteri differenti e gli attori sono più numerosi e dotati di tasche molto profonde.

leggi il resto ›

→  aprile 1, 2000


Prima le parole, dopo la musica; oppure prima la musica, dopo le parole? Fanno venire alla mente la disputa settecentesca messa in versi dall’Abate Casti ( diventata poi il “Capriccio” di Hofmannstahl e Richard Strauss), le ricorrenti discussioni su liberalizzazioni e privatizzazioni.
L’accusa di avere privatizzato prima di aver liberalizzato, che alcuni muovono agli ultimi Governi, e di avere così consegnato i monopoli ai privati, ha poco fondamento: nella telefonia la concorrenza c’è, ed il controllo di Enel ed Eni é ancora saldamente in mano al Tesoro.

leggi il resto ›

→  marzo 24, 2000


Vi abbiamo spiato per anni, ma l’abbiamo fatto per il vostro bene: l’incredibile affermazione è di James Woolsey, già direttore della Cia; chi la pubblica è il «Wall Street Journal Europe» di mercoledì 22. Che non solo ospita il lungo articolo dell’ex capo dei servizi di spionaggio americani, ma autorevolmente ne ribadisce i contenuti con un editoriale. Dunque tutte vere le rivelazioni del giornalista inglese Duncan Campbell su Echelon, il sofisticato sistema di satelliti e computer utilizzato dagli USA per spiare le attività di aziende europee.

leggi il resto ›

→  marzo 14, 2000

D’accordo, la notizia non era una sorpresa, il terreno era stato preparato: eppure faceva un certo effetto leggere ieri sindaci e sindacati difendere compunti la logica, indicare convinti i possibili vantaggi dell’accordo di scambio di partecipazioni tra Fiat e General Motors. E’ la rapidità del cambiamento a sorprendere: quelli che oggi illustrano i vantaggi di integrazioni planetarie via internet, sono gli stessi che pochi mesi fa varavano la legge sulle subforniture; quelli che plaudono al socio americano sono gli stessi che difendono le più anacronistiche rigidità del nostro mercato del lavoro. Evidentemente anche gli interlocutori che, per il loro ruolo, sono contrapposti o neutrali, hanno subito distinto gli aspetti superficiali da quelli di sostanza, ed hanno rilevato il dato di fondo: questa é un’operazione nel segno della continuità.

leggi il resto ›