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→  aprile 4, 2002


Sul campo di battaglia dell’art. 18 si contano le perdite

Non interessa più alle grandi imprese; non interessa alla Confcommercio; ne farebbero volentieri a meno ampi settori della maggioranza; sono messi in un angolo coloro che a sinistra avevano avanzato proposte per il suo superamento: sul campo di battaglia dell’art. 18 si contano le perdite.

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→  marzo 21, 2002


Sono i riformisti in questo Paese a essere uccisi

Sono i riformisti in questo Paese a essere uccisi. Studiosi animati dalla convinzione appassionata che sia possibile un percorso di razionalità per adeguare il mondo del lavoro ai cambiamenti delle tecnologie e delle conoscenze, per dare sicurezze e premiare il merito, per fornire garanzie e favorire lo sviluppo.

Che mettono a disposizione dei governi i loro saperi accumulati in anni di studio, e che per questo corrono il rischio di cadere sotto i colpi assassini, su un marciapiede, accanto alla borsa con le tracce dei loro pensieri. E’ un’ingiustizia che rivolta. Così l’orizzonte delle riforme possibili si restringe, e diventano più fioche le voci che lo propongono.

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→  febbraio 25, 2002


Questione Rai

E adesso privatizziamo la RAI. Altri esprimeranno i loro giudizi e le loro valutazioni sui nomi che i Presidenti di Senato e Camera hanno designato per il CdA RAI. Ma su una cosa credo che tutti, probabilmente a partire dagli stessi interessati, concorderanno: non è stata una vicenda esaltante.

E non si venga a dire che è il frutto anomalo di circostanze eccezionali. Al contrario: questo è il risultato , magari parossistico, di contraddizioni che sono alla radice stessa del nostro sistema delle TV. Bisogna cambiare regime, bisogna privatizzare la RAI: è molto significativo che un’indicazione in questo senso sia venuta dal presidente del Senato all’atto delle nomine.

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→  gennaio 28, 2002


La decisione del Ministro Maurizio Gasparri di allungare la durata delle licenze UMTS

A pochi giorni dall’inizio della circolazione fisica dell’euro, Romano Prodi, in vista del vertice di Barcellona, chiede ai governi dell’unione di rilanciare il processo di liberalizzazione; e Giuseppe Tesauro raccoglie in un libro bianco le sollecitazioni dell’Antitrust contro il dirigismo strisciante delle iperregolamentazioni. Coincidenza non casuale, ma che deriva da una comune preoccupazione: il mercato unico e aperto alla concorrenza è una pietra angolare della costruzione europea, realizzarlo appieno è una delle ragioni per cui è stata introdotta la moneta unica.

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→  dicembre 11, 2001


Ancora un paio di giorni e il quadro legislativo in cui opereranno in futuro le Fondazioni bancarie sarà stato definito. Dopo gli interventi di Amato, Dini, Ciampi e Visco, l’approvazione da parte della Camera del testo Tremonti metterà la parola fine a questa lunga vicenda (un’eventuale modifica del Senato rischierebbe infatti di avere per conseguenza il ricorso all’esercizio provvisorio). E’ quindi della massima importanza che Governo e Parlamento dedichino le poche ore che rimangono a un’ultima, approfondita e spassionata disamina della questione vera, in fondo l’unica, che ancora desta perplessità: siamo sicuri che lo schema proposto dal Governo porterà alla totale privatizzazione delle banche? Siamo sicuri al 100%?

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→  dicembre 5, 2001


Fondazioni bancarie: Debenedetti contro Tremonti

Controllo da parte degli elettori su come le Fondazioni spendono il reddito del loro patrimonio; controllo da parte del mercato sugli assetti proprietari delle banche e sulla loro gestione: questi i due principi che negli ultimi anni i governi hanno cercato di affermare in nome dell’interesse generale e dell’efficienza allocativa; questi i principi alla cui applicazione si sono opposti gli interessi coalizzati intorno alle Fondazioni.
Voglio far credito a Tremonti – e non è poco – di volersi porre in linea di continuità con i suoi predecessori Amato, Dini, Ciampi, Visco, e credere che la modifica che egli propone alla normative sulle Fondazioni sia ispirata a quei principi. E’ in questa ottica che intendo indicare le ragioni di consenso e quelle di dissenso

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