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→  agosto 25, 1995

Le reazioni con cui è stata accolta la recente segnalazione di Amato sono, per certi versi, ancora più significative della questione ‘privatizzazione Enel’ che ne è l’oggetto. Esse da un lato confermano la grande autorevolezza dell’Autorità, sono un attestato dell’incisività che le ha saputo imprimere il suo attuale presidente. Dall’altro rivelano quanto forti siano le resistenze culturali a lasciare libero gioco alle forze del mercato e della concorrenza, o quanto radicate le nostalgie: così Rasi (An), accusando Amato di fare un intervento politico, sembra rimpiangere gli interventi di politica industriale di cui ricordiamo alcuni remoti fasti ma ancora lamentiamo i postumi di numerosi e recenti nefasti.

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→  agosto 22, 1995


La piena accettazione dell’economia di mercato è stato il fatto più significativo degli anni Ottanta; abbandonato il mito dell’egualitarismo (lo ha fatto anche D’Alema al congresso del Pds); si tratta ora di far rivivere un altro ideale che era stato messo in ombra negli ultimi decenni, quello della meritocrazia. La meritocrazia promuove la giustizia sociale, perché ricompensa i più abili anziché i più fortunati; incrementa l’efficienza; tratta gli individui come tali e non come rappresentanti di gruppi sociali; è la chiave per una società più morale e più illuminata: queste le tesi di Adrian Wooldridge (Meritocrazia e la società senza classi , Social Market Foundation, Londra).

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→  luglio 26, 1995


E’ sembrato, nei giorni scorsi, che finalmente si fosse sfondato il muro della liberalizzazione nel settore delle Tlc. Prima, l’orientamento del governo lo si poteva desumere solo da dichiarazioni rilasciate dal ministro Gambino in sedi informali, il convegno Reseau a Venezia e quello Telecom a Napoli. Quanto detto alla commissione Trasporti della Camera il 19 Luglio assume dunque una particolare importanza: è il primo documento ufficiale che permette di conoscere l’attuale stadio di evoluzione degli orientamenti del ministro sull’argomento.

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→  giugno 29, 1995


Sul tema privatizzazioni-liberalizzazioni, Enel, Stet, Authority abbiamo da un lato un’imponente mole di contributi, di proposte, tecniche e politiche, dall’altro un governo che continua imperterrito per la sua strada: le aziende di pubblica utilità devono essere privatizzate così come sono, la liberalizzazione dei relativi servizi è problema cui altri dovranno provvedere. Col che si pone un serio problema alla maggioranza che sostiene il governo Dini: essa sostiene sì la politica di bilancio, di cui le privatizzazioni sono parte fondamentale; ma la stessa maggioranza si è espressa in modo non equivocabile in favore di una liberalizzazione che proceda almeno contestualmente alle privatizzazioni (ad esempio con la mozione Salvi del 16 Marzo).

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→  maggio 25, 1995


Diversi fatti nuovi hanno agitato il mondo delle telecomunicazioni da quando ho esposto alcune idee per uno sviluppo che garantisca mercato e concorrenza (si veda Il Sole 24 Ore del 29 aprile e del 6 maggio). E ancora: Dini ha confermato che intende procedere velocemente alla privatizzazione di Stet, senza peraltro dire una parola sulla liberalizzazione del mercato; Telecom ha annunciato la volontà di allacciare con impianti cavo 10 milioni di case entro il 1998, cioè entro la data di liberalizzazione imposta da Bruxelles; il ministro delle Poste, Gambino, ha annunciato che emetterà il regolamento alla legge 73 del 1991: i privati avranno libertà di fare impianti cavo… limitatamente a quello che Telecom sceglierà di non fare.

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→  maggio 6, 1995


Il progetto istitutivo delle Autorità dei servizi di pubblica utilità, licenziato dal Senato, sta incontrando alla Camera notevoli intoppi. A quelli di natura strumentale, volti solo a rallentare le privatizzazioni, ora si è aggiunto il desiderio di cogliere l’occasione per regolare anche l’assetto del sistema televisivo: ossia, fare un’autorità delle comunicazioni anziché un’autorità delle telecomunicazioni. Che la cosa abbia una sua logica è innegabile: la convergenza tra telefonia e tv è in atto, non solo perché una volta ridotte a stringhe di bit i due tipi di segnali sono non distinguibili (ma anche i cromosomi dei liberisti e degli statalisti sono fatti delle stesse quattro basi), ma perché i due mercati si stanno fondendo.

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