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→  giugno 10, 2022


L’Ucraina è solo un ostaggio: l’ossessione del Cremlino è per la minaccia dell’occidente

Quando Svezia e Finlandia hanno dichiarato la loro volontà di aderire alla Nato, la Russia non ha protestato né posto veti, né d’altra parte avrebbe potuto farlo. Ha posto solo una condizione, che non venissero depositate testate atomiche in prossimità della lunghissima linea di confine con la Finlandia. Essendo escluso che gli americani, insieme alla bomba, forniscano anche il codice per attivarla, quale minor vantaggio avrebbe la Nato e quale minor rischio correrebbe la Russia se le testate fossero posizionate un centinaio di chilometri più a ovest? Più distante vuol dire più tempo per raggiungere il bersaglio, quindi maggiore possibilità di intercettare il vettore, e di abbatterlo in volo. Ma con i missili supersonici, che i russi vantano e gli americani o già hanno o presto avranno, il maggior tempo che impiegherebbe un missile che partisse cento chilometri più lontano sarebbe di pochi secondi: non ridurrebbe in modo significativo la capacità offensiva della Nato né quella difensiva della Russia.

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→  maggio 20, 2022


Il successo industriale è prevedibile? Che cosa ha fatto sì che a Silicon Valley si sviluppasse il primo centro mondiale di innovazione tecnologica? Perché alcuni prodotti hanno successo e altri no? Esiste qualcosa che renda meno aleatorio individuare le scelte che decretano il successo? È l’interaction design, un campo interdisciplinare di ricerca per comprendere come la tecnologia interagisce con i processi cognitivi e con le preferenze individuali. L’idea di creare in Italia un centro di ricerca e a realizzarlo è stata di Barbara Ghella, mancata pochi giorni fa.

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→  aprile 28, 2022


Al direttore.

Bucha resterà il fatto più emblematico della Guerra di Ucraina. Non per le efferatezze delle truppe russe, non per i cadaveri lasciati per strada, le mani legate dietro la schiena, non per la precisione con cui è stata documentata: ma per la sfacciata negazione della verità, per cui si tratterebbe di una messa in scena, un “set cinematografico” montato dalla propaganda ucraina. Putin aveva creduto che a riscrivere la storia bastasse onorare con la medaglia al valore gli “eroi” di quella carneficina: dovrà trasformarla in un premio allo sceneggiatore.

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→  aprile 21, 2022


La parola genocidio è ritornata più volte recentemente, da Zelensky alla Knesset come momento fondativo di quella nazione, da Biden come accusa, dalla CPI come possibile reato. Ma “genocidio” non è il superlativo di omicidio di massa, la sua unicità è oggettiva, non solo funzionale a isolare la mostruosità della Shoah. A illustrarlo serve un episodio accaduto durante la Seconda guerra mondiale in Ucraina e descritto da Jonathan Littell ne “Les bienveillantes”.

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→  aprile 15, 2022


La proposta di istituire un “tribunale speciale per Putin” (il Foglio del 21 marzo) aveva suscitato critiche opposte: per alcuni perché giudicata irrealizzabile, per altri perché considerata inutile. Irrealizzabile perché non si sarebbe mai trovato l’accordo tra Stati Uniti e Russia necessario per istituirlo. Inutile perché già esiste all’Aia la Corte penale internazionale (Cpi), istituita a Roma nel luglio 1998, con competenza sui crimini più seri che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme, cioè il genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra.

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→  marzo 29, 2022


Al direttore.
Anche se c’è sempre qualcuno che lo dice, è un nonsenso sostenere che in Italia – o negli Stati Uniti o in generale in occidente – non c’è libertà di parola. Chi dice il contrario confonde la libertà di parlare con la capacità di farsi ascoltare (o leggere): questa dipende dalla reputazione, quella guadagnata con la validità delle proprie idee e quella accordata da coloro che hanno il potere di farlo, i mezzi di comunicazione. Giornali, televisione, media digitali sono per la reputazione quello che le banche centrali sono per la moneta: hanno potere di crearla. Facendo circolare parole e idee, i media creano la reputazione degli autori, e si arricchiscono essi stessi del loro valore reputazionale. E’ una spirale: quanto più si accresce la reputazione del medium, e tanto maggiore è quella che può conferire. Non è l’oro nei forzieri, ma la reputazione che conferisce valore alla valuta. Anche le università conferiscono reputazione, di quell’oro sono i “forzieri”. Si è accumulata nei secoli proprio per la libertà di parola e di ricerca, che hanno garantito a pensatori e scienziati. La libertà è necessaria perché si attivi il meccanismo della peer review, uno dei pilastri della costituzione della conoscenza, cioè dell’epistemologia liberale.

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