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→  febbraio 20, 2008

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Lettera al Direttore del Foglio

Caro Direttore,

non stupisce che Di Pietro, appena aggregato al PD con la sua bandiera, abbia voluto saggiare i limiti della propria libertà di manovra, facendolo sul terreno sicuro del populismo televisivo e con lo schermo inossidabile della legalità europea.

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→  settembre 11, 2007

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Al direttore – Abbassato il costo del voto, non è che il Partito democratico rischi una crisi sub-primarie?

Franco Debenedetti, Roma

→  aprile 5, 2007

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Caro Direttore,

“Non era così scandaloso, certo è stato inopportuno che uscisse […]”. A chi pensa si riferiscano queste parole di Piero Fassino? Dipende dalla data. Fosse stato qualche settimana fa, avremmo pensato a Silvio Sircana. Ma sta sul Corriere del 4 Aprile (pag.9) e quindi capiamo che il riferimento è all’altro collaboratore di Prodi, Angelo Rovati.

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→  novembre 18, 2006


di Giuliano Ferrara

Libro untuoso di un vice del Corriere finge scandalo per le camarille
Un vice ad personam del Corriere che si chiama Massimo Mucchetti, giornalista economico di Brescia, ha scritto un agile libretto feltrinelliano per dimostrare, Luigi Einaudi alla svelta mano e imbottigliato per una pronta beva, che la stampa in generale, e il suo giornale in particolare, ha un dovere di indipendenza dai partiti e dai poteri economici che la editano, e che lo tradisce.

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→  settembre 23, 2006

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ha qualcosa di indecente lo scambio che qualcuno avrebbe proposto a Berlusconi, si comperi pure Telecom, ma rinunci per sempre alla politica (Telecompromessi, il Foglio di giovedì). Se poi viene avanzata da sinistra, la proposta è anche autolesionistica: dimostra infatti la strumentalità con cui vengono branditi i sacri principi della limitazione dei poteri e del divieto al formarsi di posizioni dominanti, i cavalli di battaglia contro le leggi Frattini e Gasparri.

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→  luglio 20, 2006

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Caro Direttore,

la legge italiana offre alle oltre 600 stazioni televisive la possibilità di investire nel digitale terrestre. Oggi trasmettono in digitale 10 reti nazionali controllate da 6 diverse società. Tre di esse (D-Free, L’Espresso, H3G) sono nuovi entranti nel mercato TV. Inoltre la legge impone a RAI e Mediaset di cedere a terzi il 40% della loro capacità trasmissiva. L’Inghilterra invece, a quanto riferisce il Corriere Economia, impone alla BBC, che ha ricavi di poco inferiori alla somma di RAI più Mediaset, di investire nel digitale, e la finanzia con un aumento del canone. Ma per Bruxelles è l’Italia quella che deve essere messa sotto accusa perché perpetua anche nel futuro digitale le posizioni dominanti del presente analogico: e il Governo italiano annuisce. Gratia violentia?

senatore Franco Debenedetti