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→  luglio 11, 2013


Trent’anni. Tanti, uno più uno meno, sono passati da quando è iniziata la liberalizzazione delle comunicazioni via etere: prima le radio, poi le televisioni locali, poi la diffusione nazionale a mezzo cassette portate con la vespa, Berlusconi, la Mammì, le dimissioni dei ministri, la Gasparri. Una guerra di trent’anni, e ci ho pure scritto su un libro.[1]

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→  luglio 2, 2013


“Bisognerebbe leggerlo nelle scuole!” Volevo condividerlo con tanti l’entusiasmo che provai leggendo per la prima volta “The servile mind” di Kenneth Minogue. Era il 2010. Ritrovai lo stesso l’entusiasmo quando lo rilessi nel 2013, per scrivere la prefazione all’edizione in italiano per IBL Libri. E’ per quell’entusiasmo che vorrei ricordare oggi il grande filosofo della politica, morto sull’aereo che lo riportava a casa, rientrando da una riunione della Mont Pélérin Society, il club liberale di cui era stato presidente. L’entusiasmo per quella lezione di libertà.

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→  luglio 2, 2013


Al Direttore.

Elkann inelegibbile!

→  giugno 14, 2013


L’Unione europea si fonda sui trattati e sui valori dello stato di diritto: sta scritto nell’art. 1 del trattato che la costituisce, per essere “governo delle regole”, dopo che il “governo degli uomini” tanti danni aveva fatto. Va da sé che nessuna istituzione o autorità emanazione dell’Unione europea può porsi fuori dai trattati. Se uno di questi statuisce e tutela l’indipendenza di un’autorità, essa è nei trattati, non dai trattati. C’è quindi un problema di pura e semplice logica negli argomenti che Francesco Giavazzi, Richard Fortes, Beatrice Weder di Mauro, Charles Wyplosz rivolgono alla Corte di Karlsruhe.

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→  giugno 12, 2013


L’eliminazione del finanziamento pubblico viene solitamente ricondotta a motivi di moralità e di austerità, di ribellione per l’uso tra il disinvolto e il furfantesco delle risorse e di intolleranza per il contrasto tra le larghezze consentite ad alcuni e le ristrettezze imposte a tanti. Ma queste ragioni rischiano di farne dimenticare altre.

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→  giugno 8, 2013


Al direttore.

In Italia, scrive Stefano Rodotà, il presidenzialismo non si può adottare perché una parte rilevantissima del sistema dei media è soggetta a controllo. La commissione di Vigilanza Rai, scrive Michele Serra, è il sistema perverso da sempre usato per controllare la Rai per conto dei partiti. Nella stessa pagina di Repubblica, a 4 centimetri di distanza: mais quelle difference de bouquet.