Se per “tecnico” si intende una personalità indipendente dai partiti, dotata di competenze specialistiche e di prestigio, Monti è stato un tecnico, e anche Draghi lo è. Ma da questo dedurre che “Draghi è uguale a Monti” è, kantianamente, un paralogismo, cioè un assurdo logico.
Parlare della diversità delle persone sarebbe poco utile e del tutto inappropriato: rilevano i contesti in cui sono stati chiamati ad operare, contesti italiano ma soprattutto, e determinanti per entrambi, i contesti europei. Quando Giorgio Napolitano nominò Mario Monti senatore a vita, lo spread aveva raggiunto 528: quando Sergio Mattarella affida l’incarico a Draghi lo spread era appena sopra 100 . Allora in Germania c’era Wolfgang Schaeuble e la virtù di bilancio era la Schwarze Null, il disavanzo a zero: oggi si parla di modificare la Costituzione per eliminarlo. Col Covid, il patto di stabilità è stato sospeso, e quindi anche il famigerato 3%. Noi continuavamo a proporre l’emissione di eurobond, gli cambiavamo nome, ma l’Europa li respingeva uno dopo l’altro; adesso il bilancio dell’Unione finanzia i 1800 miliardi della Recovery and Resilience Facility. E’ vero, ci sono voluti i colpi della pandemia per scoprire che la solidarietà è necessaria per tutti: ma un tabù che cade non risorge più.
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