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→  novembre 6, 1996


Vi sono sempre stati due modi di affrontare il problema delle fondazioni bancarie. Vi è chi ritiene che si debba intervenire sulle fondazioni che possiedono le banche, indicando di che cosa esse si debbano occupare e in quale regime giuridico debbano operare, e chi invece ritiene che le fondazioni debbano, prima di tutto, vendere le banche.

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→  luglio 3, 1996

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore DEBENEDETTI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 LUGLIO 1996

Privatizzazione delle banche controllate
da fondazioni/associazioni

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→  dicembre 6, 1995


«Si, ma…» potrebbe essere il motto della via italiana alle liberalizzazioni. «L’Italia ha già fatto abbastanza» ha replicato Sante Perticaro, presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, ai rilievi mossi da Bruxelles: come se liberalizzare fosse una tassa, da pagare a rate ed il più tardi possibile, anziché una misura che fa risparmiare’ ai consumatori e dà stimoli all’economia.

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→  novembre 30, 1995


Quella delle banche è, di tutte le privatizza­zioni, la più impor­tante. Per i cittadini, la garanzia che i pro­pri risparmi siano ge­stiti in modo sicuro ed efficiente è più importante che non po­ter scegliere tra due servizi telefonici in concorrenza tra loro; per le aziende il costo del danaro è più importante che il co­sto dell’energia elettrica; per le nuove iniziative la disponibilità di finanzia­menti è più determinante che l’apertu­ra di nuovi spazi di attività.

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→  novembre 23, 1995


A un anno dall’emanazione della direttiva volta a indurre le fondazioni a di smettere le partecipazioni bancarie, Dini ha ammesso che bisogna cambiare metodo: «La proprietà di molte banche rimane ancora pubblica – ha detto a Bologna il 4 novembre – dunque abbiamo percorso solo metà del cammino. Se più di questo non poteva farsi nell’ambito delle leggi vigenti comincia ora a diffondersi la convinzione che dette leggi debbano essere riviste, al fine di trasformare gli enti proprietari e accelerare il processo di privatizzazione delle banche. Condivido il fine e non escludo che modifiche legislative siano necessarie». L’opportunità di agire con strumenti legislativi riceve così un autorevole avallo.

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→  novembre 1, 1995


La travagliata esperienza italiana con le privatizzazioni delle imprese pub­bliche ha messo in luce le carenze del nostro mercato dei capitali e l’assoluta necessità che gli investitori istituziona­li, vale a dire fondi di investimento, fondi pensione, banche e assicurazio­ni, sviluppino in tempi rapidi la pro­pria attività. Gli investitori istituzionali sono indispensabili per reperire ed organizzare le risorse richieste per l’acquisizione delle aziende da privatizzare. Sono anche indispensabili perché, al fine di ottenere l’aumento di efficien­za che ci si ripromette dal generale pro­cesso di liberalizzazione dell’economia occorre che la concorrenza operi non solo nel mercato dei beni e dei servizi, ma anche nel mercato dei diritti di pro­prietà. Questo è il ruolo degli investitori istituzionali nei mercati evoluti.

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