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Archivio per il Tag »Fausto Bertinotti«

→  ottobre 25, 1997


Per non aprire la crisi, Bertinotti aveva anche avanzato la richiesta di rin­viare sine die la privatizzazione di Eni; an­cora per il 51% in mano pubblica, e di Enel, totalmente dello Stato. Nei commen­ti, questa richiesta passò in secondo piano rispetto a quella più “scandalosa” della ri­duzione di orario a parità di salario. Poi c’è stato il successo dell’offerta pubblica per Telecom, la maggiore in Europa fino a que­sto momento. Come dire che, quanto a pri­vatizzazioni, ci si debba per il momento ac­contentare. Non è così: rinviare la vendita di Eni ed Enel sarebbe un fatto grave, per tre ordini di motivi che riguardano rispetti­vamente i consumatori, la nostra econo­mia, il Governo stesso.

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→  marzo 24, 1994


Chi mi conosce avrà avuto qualche perplessità leggendo la frase: «Non sarò certo io a chiedere l’esclu­sione di Bertinotti dal governo»: ho tanti difetti ma non quello di una cotal luciferina presunzione: in quella frase non mi ci ritrovo proprio. Penso che se vinceremo le elezioni ed il programma di governo non risulterà ac­cettabile per Bertinotti, ciò corrisponderà ad una sua scelta.

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→  marzo 16, 1994


intervista di Alessandro Gilioli

Che cos’hanno in comune Gianni Agnelli, Carlo De Benedetti e l’ar­civescovo di Torino Giovanni Saldarini? Il collegio senatoriale. Il 27 Mar­zo voteranno tutti e tre nel «Torino 1», quello in cui si confronteranno il leghista Gipo Farassino, il centrista Valerio Zanone e il progressista Fran­co Debenedetti.

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→  febbraio 27, 1994


intervista di Ettore Boffano


C’è un operaio, un o­peraio in tuta blu nelle fantasie e­lettorali di Franco Debenedetti, 61 anni, ingegnere, ex manager dell’Oliveti; e fratello di Carlo, l’Ingegnere di Ivrea. Un operaio torinese che, la mattina del 27 marzo, dovrà decidere se sce­glierlo come senatore progressi­sta scartando Valerio Zanone, I’ ex sindaco liberale passato al Pat­to di Segni, e Gipo Farassino, l’ex chansonnier
oggi luogotenente di Bossi all’ombra della Mole.

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→  febbraio 12, 1994


Cosa chiede Franco Debenedetti, presidente della Fondazione Olivet­ti, a un Governo e a uno Stato pro­gressista? «Che non intervenga direttamente in economia come produttore di beni e come unico erogatore di servizi. Chiediamo soprattutto un quadro chiaro di regole che inseriscano dovunque nel mer­cato elementi di concorrenzialità. Ma il Go­verno dovrebbe anche e soprattutto svol­gere un ruolo di stimolo che consiste nel­l’individuazione dei veri orizzonti strategi­ci per le imprese. E dovrebbe anche inter­venire per evitare la spaccatura tra posti di lavoro ben protetti, che finiscono inevita­bilmente per introdurre elementi di distor­sione nella concorrenza, e occupazioni più incerte».

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