→ giugno 15, 2012

Intervista di Carlo Maria Pinardi
Sono giornate decisive per il futuro dell’Euro e dell’Europa. Lagarde dice che ci sono tre mesi per salvare l’Euro…
Il maggior contributo che potrebbero dare tutti quelli che, signora Lagarde in testa, gridano al pericolo, è di dire che cosa vogliono e che cosa propongono. Credo che nessuno voglia l’euro come è oggi, e quasi nessuno non vuole più l’euro in nessun modo. Provo a suggerire un primo passo logico: dire esplicitamente quali si pensa siano, per ciascuno, le condizioni perché l’euro possa uscire da questa crisi, e quali perché non precipiti nella successiva.
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→ giugno 5, 2012

Al direttore
Se va bene, sarà peggio. (Pensando all’euro).
→ maggio 23, 2012

di Guido Tabellini
What has to be done to prevent the Greek crisis from sweeping aside the single currency? This will be the key question in today’s informal meeting of heads of state and government in Brussels. The summit will allow for progress only if it takes note of two aspects of the current economic reality.
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→ maggio 23, 2012

By Costas Lapavitsas
Greek politics is splitting into two camps to contest the coming election, one led by the rightwing New Democracy, the other by the leftwing Syriza. Both insist Greece must stay in the eurozone, even though New Democracy accepts the bailout programme, while Syriza rejects it. Yet harsh reality is now imposing itself. If Greece stays in the eurozone, it will die a slow death. If it leaves, it will go through a crisis, but will also have the opportunity to recover and reshape its society.
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→ maggio 19, 2012
Franco Debenedetti interviene a Uno Mattina in Famiglia per parlare della crisi greca e per spiegare le conseguenza per l’Europa di una possibile uscita della Grecia dall’Euro.
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→ dicembre 17, 2011

Giustificato l’orgoglio del Presidente Monti di avere portato in aula e fatto approvare in breve tempo la sua manovra. La sua rivendicazione di avere fatto le cose che i partiti non erano stati in grado di fare, si presta invece a essere variamente commentata: perché se c’è una cosa che i partiti sono sempre stati capaci di fare è quella di aumentare le tasse; né sembra possa considerarsi titolo di merito avere battuto il record di pressione fiscale, il 45,6%, (per coloro che le tasse le pagano significa il 54%). Anzi, guardando bene, sarebbe più corretto dire che Monti non è riuscito a fare cose che, bene o male, con ritardi e contraddizioni, comunque i partiti erano riusciti a fare, privatizzazioni da Oscar e liberalizzazioni a lenzuolate.
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