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Archivio per il Tag »estero«

→  ottobre 28, 2009

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da Peccati Capitali

Pare del tutto infondata l’accusa del Times, che l’Italia avrebbe pagato un capo talebano per non attaccare i nostri soldati: quel capo l’abbiamo fatto fuori noi con i Mangusta. Dato che è una bufala, approfittiamone per fare un discorso astratto, senza tirare in mezzo i ragazzi che combattono una guerra così giusta e così disperata. Chiediamoci: se non fosse una bufala, ci sarebbe da scandalizzarsi? Le guerre si combattono per ideali, ma si fanno per interessi. Con l’interesse si comprano spie, si rompe l’omertà di mafiosi e terroristi; su ricatti e riscatti si tratta per non dover continuare a pagare.
Assoldare capi tribù, usare la loro ambizione per controllare il territorio, lo hanno fatto tutti, Inghilterra e Italia compresi, all’epoca delle colonie: a maggior ragione dovrebbe essere una buona tattica oggi che l’obbiettivo non è dominare ma liberare. Certo meglio che arricchire i talebani lasciandogli il controllo della produzione di oppio a casa loro, e garantendogli alti prezzi con il proibizionismo a casa nostra. Ce la caveremo dicendo, come Roosevelt di Somoza, che i talebani sono tutti figli di puttana, ma che quelli sono i nostri figli di puttana?

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→  marzo 27, 2005

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Fassino e Bush, non chiamatelo strappo

Per favore, non chiamatelo strappo. Importante, sorprendente, coraggioso, controverso: ciascuno lo chiami come vuole, ma non strappo. Strappo sarebbe stato dire di sì a chi voleva presentare almeno una mozione sul rifinanziamento della nostra missione in Iraq, e si sarebbe accontentato anche di meno di quello che il segretario Ds ha detto a «La Stampa».

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→  febbraio 17, 2005

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La linea del niente nemici a sinistra peserà su identità, scelte e consensi della FED

Iraq, unità della Federazione, sua identità politica: la vicenda del voto sul rifinanziamento della nostra missione la si comprende per intero solo collocandola all’interno di un triangolo di cui questi sono i vertici. Sono tre argomenti sui quali le opinioni si dividono in modi diversi: vi sono critiche con notevoli differenze sull’Iraq, larghissimo consenso sulla Federazione in sé; mentre ancora tutta da costruire è l’identità politica.

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→  luglio 23, 2004

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Perché il governo italiano ha votato la mozione che condanna Israele per la costruzione del muro? Non intendo riferirmi alle ragioni giuridiche e morali: parlo delle ragioni politiche che hanno indotto a una scelta che appare come un brusco cambiamento di rotta.

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→  maggio 21, 2004

b>Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi senatori, il nostro Paese, l’Europa, l’Occidente e per altri versi l’Iraq, il Medio Oriente, il mondo intero stanno vivendo ore drammatiche, nelle quali è in gioco il futuro dell’umanità.

611a SEDUTA PUBBLICA. SOMMARIO STENOGRAFICO

Giovedì 20 Maggio 2004 – (Pomeridiana)

Presidenza del presidente PERA – Indi del vice presidente CALDEROLI

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Tonini. Ne ha facoltà.

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→  maggio 15, 2004

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Anche in Irak, i vuoti della politica prima o poi si riempiranno. Oggi si possono solo individuare gli scenari estremi entro cui si collocherà il futuro del paese.

Anche in Irak, i vuoti della politica prima o poi si riempiranno. Oggi si possono solo individuare gli scenari estremi entro cui si collocherà il futuro del paese. Uno, in cui gli alleati assicurano l’ordine pubblico, si instaura un governo legittimo, e l’Irak conosce stabilità, convivenza tra etnie, confini presidiati. All’estremo opposto, uno in cui gli USA abbandonano l’Irak al suo destino, esplode la guerra civile; e, poiché non c’è mai limite al peggio, la caduta della monarchia saudita, un colpo di stato in Pakistan, il prezzo del petrolio a 60 $ al barile. Uno scenario in cui non sarebbe neppure più possibile un intervento umanitario dell’ONU.

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