→ febbraio 28, 2003
Così, pian piano, l’ex leader della Cgil sta cambiando il volto dell’Ulivo
“Le accuse scatenate contro chi ha votato anche la mozione di Rifondazione sono una polemica priva di ragione, scatenata all’interno dell’Ulivo. Francamente, trovo che i liberal DS abbiano usato parole sgradevoli e offensive”. Così Sergio Cofferati nell’intervista a l’Unità di domenica 23 Febbraio. Che sull’Irak 31 senatori abbiano rotto l’unità dell’Ulivo, non è per lui motivo di preoccupazione. E che l’abbiano fatto votando due documenti, di cui uno dice il contrario dell’altro, è per lui solo “un corollario”.
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→ novembre 29, 2002
Il desiderio dei militanti di votare non rende il metodo né efficace né democratico
Se scommettete su quale ragazza vincerà il concorso di bellezza, ammoniva John Maynard Keynes, non puntate su quella che vi piace di più, ma su quella che ritenete piacerà di più agli esaminatori. Il ragionamento si applica anche quando si deve scegliere non “la più bella del reame”, ma il candidato alle prossime elezioni politiche. Il metodo delle primarie, che gode di grande popolarità nella sinistra soprattutto in quella ulivista, passerebbe il test di Keynes o no?
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→ luglio 19, 2002
Il timore di perdere è il vero guaio dei DS
“Non si potendo ottenere le cose grande senza qualche pericolo, si debbono le imprese accettare ogni volta che la speranza è maggiore della paura”.
La frase di Guicciardini offre qualche spunto di riflessione ai partiti dell’Ulivo, e in particolare al mio partito, i DS. Prima di tutto: quali sono “le cose grande”.
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→ aprile 24, 2002
Dopo Francia e Germania
Dopo il risultato delle elezioni presidenziali in Francia, e di quelle regionali in Germania, la questione sollevata da Furio Colombo nell’editoriale di domenica (Opposizione: professionisti e volontari) assume un significato diverso. In due sensi: perché la dimensione del problema non è più solo quella italiana; e perché dobbiamo chiederci che cosa l’opposizione in Italia possa imparare dalla sconfitta della sinistra in Francia.
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→ gennaio 2, 2002
Sono debitore di una risposta alla replica che su queste colonne mi ha riservato Gianni Vattimo. Ma prima di parlare dei due punti di dissenso che egli individua, c’è una questione da affrontare, e cioè il giudizio che si dà sulla situazione politica dopo le elezioni del maggio 2001.
“Questo non è un regime” scrivo io. L’articolo di Vattimo invece è punteggiato di espressioni e riferimenti che rivelano un’opinione opposta.
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→ novembre 18, 2001
Rubrica “Porto Franco” sul congresso dei Ds
Ma questi se lo pongono o no il problema di come e a chi prendere i voti che ci mancano? E’ la domanda che ci facevamo ieri dopo aver sentito gli interventi di Giovanni Berlinguer, Fabio Mussi, Pietro Folena, Giovanna Melandri, Cesare Salvi e molti altri del «correntone». Il fastidio per i cosiddetti «dieci anni di esami del sangue», tambureggiante sulle loro bocche, rivela proprio solo la pericolosa tendenza a sfuggire alla realtà amara delle ragioni della durissima sconfitta elettorale e a rifugiarsi nel ruolo minoritario e tradizionalmente «intransigentista» degli interessi della vecchia sinistra di classe?
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