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→  giugno 26, 2012


by Martin Wolf

Yet again, the EU is about to hold a summit to deal with the crisis in the eurozone. Yet again, it is likely to fall far short of a convincing solution. A heavy weight rests on the shoulders of weary and disillusioned leaders. The question is whether there is hope for success.
What is needed, as I have argued before, is a solution that is both politically feasible and economically workable. The former means an ability not only to achieve agreement among governments responsible to national electorates, but also to obtain at least toleration of that agreement among those voters, something that greatly worries Angela Merkel, the eurozone’s most significant politician. Economic workability means offering electorates enough hope for the future to persuade them to elect leaders prepared to stick with membership of the eurozone.

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→  giugno 25, 2012


Affari&Finanza, pag. 1, 10

Caro Direttore,
“il popolo e le classi dirigenti tedesche non possono permettersi di sbattere fuori la Grecia ed è inutile ricordarne il perchè, stampato nella memoria del mondo intero a caratteri indelebili”, scrive Eugenio Scalfari nel suo editoriale della Domenica. Il perchè è stato sempre presenti nella memoria dei padri dell’Europa, da Jean Monnet, a Mitterrand e Kohl.

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→  giugno 25, 2012


Ho letto l’articolo di Alessandra Puato dal titolo «Fs, treni privati biglietti più cari», pubblicato sull’ultimo numero di Corriere Economia. I dati e i diagrammi forniti da Ferrovie dello Stato sembra non consentano dubbi: in Inghilterra e in Svezia, dove si è fatta la separazione tra binari e treni, viaggiare sui convogli regionali costa rispettivamente 8,1 e 11,7 euro per passeggero-chilometro con una crescita, tra il 2004 e il 2011 del 14%, a valori costanti.

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→  giugno 24, 2012

di Eugenio Scalfari

C’è stato a Roma venerdì scorso il “quadrilatero” dei premier di Germania, Francia, Italia e Spagna. Tema: la sorte dell’euro e dell’Europa.

Ma c’era stato qualche giorno prima a Ginevra un incontro di banchieri e industriali sullo stesso tema. Tedeschi, italiani, olandesi, spagnoli, inglesi, il fior fiore dell’economia reale e finanziaria. Spero che i lettori capiranno perché dò la precedenza al “meeting” di Ginevra: registra in modo più autentico lo stato d’animo degli operatori, dei risparmiatori, della cosiddetta borghesia produttiva. Come era facile prevedere, i tedeschi ragionavano in modo completamente diverso da tutti gli altri e  -  questo è stato il fatto più rilevante di quel “meeting”  -  non sembravano affatto preoccupati di quanto sta accadendo in Europa e nel mondo. Le loro tesi si possono sunteggiare sui seguenti punti:

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→  giugno 18, 2012


di Alessandra Puato

Prezzi dei biglietti alle stelle. E aumento dei costi per i contribuenti. È questa la conseguenza delta liberalizzazione del tra­sporto ferroviario in Gran Breta­gna e Svezia, sottolinea Ferrovie dello Stato Italiane (Fsi), dati al­la mano, in risposta all’Istituto Bruno Leoni (Ibl) che propone all’Italia di seguire quei Paesi nell’apertura del mercato dei tre­ni. Il messaggio è chiaro: volete lo scorporo della rete, il gestore dei binari diviso da quello dei va­goni? Volete spezzettare Fs in tante società e lasciare che i pri­vati offrano i treni, a gara, sulle tratte più produttive, come in Svezia, o in franchising per seg­menti territoriali, come nel Re­gno Unito? Preparatevi a dire ai cittadini — sostiene Fs — che, per viaggiare in treno, potranno spendere più di prima.

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→  giugno 17, 2012


di Eugenio Scalfari

Questa mattina si sta votando in Grecia e tra poche ore conosceremo il risultato, ma hanno sbagliato quanti (ed io con loro) hanno attribuito al voto il valore d’un referendum pro o contro l’euro e pro o contro l’Europa. Non è affatto così. Tutti i partiti greci, quelli tradizionali e quello di opposizione (socialista massimalista), non vogliono affatto uscire dall’Unione europea e abbandonare la moneta comune. Quanto agli elettori, essi sono perfettamente consapevoli che tornare alla dracma sarebbe un disastro di proporzioni immani; un sondaggio pre-elettorale prevede addirittura una vittoria dei partiti tradizionali, quelli cioè che si sono assunti la responsabilità del rigore tedesco, il che è tutto dire.

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