→ Iscriviti
→  giugno 20, 2017


Il Ministro De Vincenti minaccia di chiedere i danni a TIM. Il sottosegretario Giacomelli preannuncia l’intervento del Governo per evitare il danno pubblico che l’azienda provocherebbe investendo in banda ultra larga nelle aree svantaggiate (tecnicamente, zone bianche) per le quali il governo ha stanziato risorse da assegnare con gara. Nella storia della telefonia italliana si sta per scrivere un nuovo capitolo.

leggi il resto ›

→  giugno 14, 2017


di Franco Debenedetti e Nicola Rossi

Un sentiero stretto ma molto, molto virtuoso”: si parla di finanza pubblica, e a leggerlo sul Foglio del 30 maggio c’è da trasecolare. E invece è quello che “dimostra” il professor Marco Fortis: basta sommare crescita e avanzo primario, e noi tra le grandi economie siamo secondi solo alla Germania. Se cresciamo meno è solo perché facciamo meno spesa pubblica, non avessimo quel debito potremmo spendere quanto spende la Germania e cresceremmo come lei. Miracoli della germanofobia!

leggi il resto ›

→  giugno 1, 2017


Ogni anno, allo stesso giorno (se non è festivo), alla stessa ora, nello stesso salone di Palazzo Koch, davanti allo stesso parterre di autorità e di personalità: la Relazione annuale in cui il Governatore di Banca d’Italia rende le sue Considerazioni finali sono un rito della Repubblica. Ma quella di quest’anno verrà ricordata per alcune singolarità. La legge sul risparmio del 2005 definisce la durata in carica, che prima era vita, in 6 anni, rinnovabili una volta sola. Il mandato di Mario Draghi terminò anzitempo per la nomina alla Bce. Il primo mandato di Ignazio Visco scade a novembre. Il rito prevede che, terminata la cerimonia, i convenuti si intrattengano a scambiarsi commenti, su contenuti della relazione, su tono della voce, perfino su singole parole (memorabile la “parresia” di Antonio Fazio), Quest’anno invece le “Considerazioni” che tenevano banco finivano tutte su una domanda: sarà lui o un altro a officiare la prossima cerimonia? E questo è la prima volta che accade.

leggi il resto ›

→  maggio 27, 2017


«Noi, una rete globale». Virgolettato nel titolo, è questo l’obiettivo delle Ferrovie dello Stato: lo delinea, in un’ampia intervista su Affari & Finanza del 22 maggio, l’amministratore delegato Renato Mazzonicini. Questo il catalogo delle maglie che la compongono: rete fissa, segnalamento ferroviario compreso; traffico passeggeri – Frecce, lunga percorrenza, intercity, regionale; traffico merci; grandi stazioni; collegamenti con autobus; trasporto pubblico metropolitano, compresi 234 chilometri di metropolitane; manutenzione e costruzione di strade statali; ruolo di sistemista (o di main contractor) di tratte ad alta velocità; generazione fotovoltaica e stoccaggio di energia elettrica. Il tutto in Italia e in giro per il mondo.

leggi il resto ›

→  maggio 9, 2017


Nella crisi Alitalia si è verificata una marcata discontinuità, che è importante rilevare per le conseguenze che avrà sul modo in cui essa verrà gestita.

Prima del referendum tra i dipendenti Alitalia del 24 Aprile, il presidente Gentiloni era stato esplicito: “non ci sono alternative, dovete votare sì al referendum”, li aveva ammoniti. Appena se ne conoscono i risultati, i ministri sono unanimi nell’esprimere rammarico e sconcerto. Ma è chiara la posizione: agli azionisti decidere che cosa fare, al governo ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori.

leggi il resto ›

→  aprile 13, 2017


«Concorrenza sleale» è la motivazione con cui il Tribunale di Roma ha vietato l’uso delle piattaforme informatiche su cui si basano i servizi Uber. Questa motivazione fa uscire la vicenda dall’àmbito concettuale in cui il problema era stato trattato. Finora gli attacchi a Uber si erano basati sui vecchi regolamenti: quello per cui una vettura con conducente sarebbe dovuta ritornare nel garage di partenza prima di poter ripartire per un altro cliente; oppure quello che, dato che la licenza è concessa dai comuni i quali stabiliscono anche le modalità di esercizio, sono perciò stesso non modificabili le condizioni in cui la concessione viene esercitata (detto in chiaro: deve essere garantita la quota di monopolio venduta). Si restava nell’àmbito della interpretazione dei regolamenti e della valutazione delle convenienze, dei fornitori e dei clienti. Tutto diverso diventa il discorso se il Tribunale vieta in base a criteri di concorrenza sleale. Questa è associata a condotte quali l’imitazione parassitaria, l’abuso di posizione dominante, lo storno di dipendenti, la violazione di segreti industriali: ma devono esistere nel nostro ordinamento norme che lo consentono, se il Tribunale ha ravvisato nella modalità di esercizio di Uber le fattispecie della concorrenza sleale. (Devono esistere anche norme opposte, se per l’Antitrust sono i taxi a fare concorrenza sleale a Uber). Concorrenza è un termine economico non giuridico: è quindi il legislatore che deve intervenire per definire i limiti in cui essa può esercitarsi. Se illecita è la concorrenza sleale, intollerabile è che venga considerata sleale la concorrenza.

leggi il resto ›