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→  novembre 12, 2017


È vero che il titolo posto all’articolo (“La corsa alle privatizzazioni è costata allo Stato 40 miliardi”) non corrisponde al testo, dove Ettore Livini riconosce “i vantaggi economici non quantificabili” dell’averci consentito di agganciare l’euro, oltre ad aver generato “valore nelle ex-imprese statali” e contribuito “a sviluppare il sistema finanziario e ad ammodernare lo Stato”. Vorrei tuttavia fare la mia parte per dare “credibilità e qualità […] valori che i lettori cercano nella stampa” (come recita il titolo nella stessa pagina) aggiungendo un paio di chiose.

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→  settembre 27, 2017


L’Europa a Tallin discuterà se e in che modo introdurre una web tax. Negli Stati Uniti montano e si rafforzano critiche al sistema industriale da cui è nata la rivoluzione digitale, lo strapotere dei Big Tech di Silicon Valley. Che nesso c’è tra l’iniziativa europea e le critiche “americane”?

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→  settembre 19, 2017


Scritto da brillanti economisti italiani, pubblicato su una delle principali riviste, premiato come il migliore paper di economia applicata dell’anno: è già una notizia. Se poi tratta di Silvio Berlusconi e del conflitto di interessi, la risonanza è assicurata. Ma anche il rischio di strumentalizzazione.

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→  agosto 31, 2017


Che cosa si intende quando si dice che Sparkle, la società di TIM che gestisce comunicazioni a lunga distanza, è di “importanza strategica”?
In un senso tecnico giuridico la normativa definisce strategiche le “reti di telecomunicazioni di proprietà del Ministero dell’interno, destinate ad essere impiegate nelle attività di tutela dell’ordine e sicurezza pubblica, nonché di difesa civile”, e le attività consistenti “nello studio, la ricerca, la progettazione, lo sviluppo, la produzione, l’integrazione e il sostegno al ciclo di vita, ivi compresa la catena logistica” di una serie di “sistemi e apparati”, che spettano ai Ministeri competenti: cose tutte che non hanno nulla a che fare, né con TIM in generale, né con Sparkle in particolare.

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→  agosto 17, 2017


“Il pagamento elettronico è l’unico strumemto per combattere l’evasione degli esercenti”, sostiene il giornalista televisivo. “Lo Stato non deve intervenire sul modo in cui i negozi conducono i propri affari: saranno i clienti a scegliere”, ribatte l’imprenditore ed economista.

Qualche giorno fa mi trovavo a Salisburgo e mi sono seduto al famoso Caffè Tomaselli. Al momento di pagare il conto mi hanno rivelato che non accettavano la carta di credito. Nonostante avessi con me i contanti, ho protestato e annunciato che avevano appena perso un cliente. Per me solo in questo devono consistere le “sanzioni”: nella scelta dell’avventore di non frequentare più un certo esercizio. Lo Stato non deve intervenire sul sistema con cui un commerciante conduce i suoi affari.

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→  agosto 9, 2017


Certo, non c’è il due senza il tre. Certo, omne trinum est perfectum. Ma la Santissima Trinità delle reti proprio no. Più che una bestemmia, è un’eresia: la rete telefonica non potrà mai “procedere” da quella elettrica e del gas, per la sostanziale natura che da quelle la differenzia. Infatti, mentre l’energia elettrica è prodotta in centrali, il gas viene estratto da pozzi, e l’una e l’altro trasportati agli utilizzatori finali, in una rete telefonica i prodotti – voce e dati –sono creati dai clienti che se li scambiano tra loro. La rete fisica – rame, cavo, fibra, ponti radio, centraline- è una cosa distinta dalla rete logica che, tramite calcolatori e programmi software, assicura che la comunicazione sia spacchettata all’origine, convogliata e reimpacchettata a destinazione senza errori.

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