→ novembre 17, 1998
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La settimana del monopolio: chi è solito riflettere sullo “stagno piccolo piccolo” del nostro capitalismo, (l’espressione è di Federico Rampini), e sui suoi immutabili assetti, così potrebbe ricordare gli eventi della settimana scorsa. E’ iniziata con il decreto sul settore elettrico. Si poteva creare una pluralità di imprese nella generazione e nella distribuzione, più opportunità per più imprenditori. Non è stato fatto, l’Enel cederà centrali, ma il monopolio rimarrà integro.
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→ novembre 14, 1998
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Al Direttore.
Come fare uscire le fondazioni dalle banche, per fare che cosa, come investire i proventi delle dismissioni; questi i tre temi da affrontare con la legge sulle fondazioni bancarie. Ecco come il Senato li ha risolti.
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→ novembre 12, 1998
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Dare soldi dello stato perché soggetti pubblici possano diventare soci di aziende private: questo il risultato della legge sulle fondazioni bancarie oggi approvata dal Senato. Si concedono sgravi fiscali alle fondazioni che dismetteranno – parte – delle loro banche e si consente che il ricavato possa venire impiegato per entrare direttamente nel capitale di imprese private. Quali, lo decideranno i vertici delle fondazioni, che sono di nomina politica. Si realizza così, consentito dalla legge e finanziato con il danaro del contribuente, il corto circuito tra economia e politica.
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→ novembre 2, 1998
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Ancora una volta, la sinistra si trova alle prese con la questione elett rica. Oggi, sul futuro assetto del mercato dell’energia, è polemica tra Ministero e Autorità regolatrice. All’inizio del secolo, prima che Lenin dichiarasse l’elettrificazione elemento portante della rivoluzione comunista, in Italia fu Nitti a proporre la nazionalizzazione; questa divenne poi la bandiera del primo centrosinistra. Trent’anni dopo si aprono prospettive di liberalizzazione: ed è alla sinistra, durante il Governo Dini, che si deve la legge che istituisce l’Autorità di regolazione, fu la sinistra a insediarvi il primo Presidente, Pippo Ranci.
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→ ottobre 11, 1998
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E adesso un grazie a Fazio sarà pure il caso di dirlo, dopo tutte le accuse cui è stato sottoposto per non aver voluto ridurre il tasso di sconto. Accuse diventate valanga dopo la riduzione operata dalla Banca spagnola e che a maggior ragione varrebbero dopo i tagli operati venerdì da Portogallo e Irlanda. Senonchè, a differenza di quei Paesi, in Italia proprio venerdì il Governo è stato fiduciato.
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→ settembre 29, 1998
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Al direttore.
La ragione per cui la finanza non può essere confusa can la “roulette globale” (Il Foglio del 26 settembre) sta nel fatto che solo per la roulette le probabilità di vincere o di perdere sono note con quasi assoluta esattezza: non c’è rischio. Il rischio è proprio ciò che distingue la roulette dalla finanza. I derivati rispondono allo scopo di eliminare certi rischi dalle attività economiche per ripartirli diversamente tra gli operatori. Non sono un’invenzione del “pensiero unico”: le opzioni sono descritte nel primo libro della Politica di Aristotele; i futures si chiamavano lettres de faire nelle fiere medievali e cho-ai-mai nel Giappone feudale.
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