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→  luglio 26, 2000


Al Direttore.

Ho letto con dispiacere che il Foglio non condivide l’obiezione americana a Deutsche Telekom in quanto pubblica. Chi critica il veto del Senato degli Stati Uniti contro DT dovrebbe rispondere alla domanda: perché, se non all’occorrenza per perseguire scopi politici, il governo tedesco continua a mantenerne il con­trollo? Esercitando questo diritto sarebbe un padrone cattivo, spogliandosene sarebbe un cattivo padrone. E mantenendolo, anche come semplice possibilità, altera il gioco della concorrenza.

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→  luglio 24, 2000


Il dato più significati­vo che emerge dall’analisi Ocse sul­le riforme dei sistemi di regolazione è la constata­zione che l’affidarsi a meccanismi e incentivi di mercato per raggiunge­re obbiettivi di interesse pubblico è diventato ne­gli ultimi due decenni un fatto consolidato. In tutto il mondo è ormai pacifi­co che anche gli obbietti­vi di servizio universale, di sicurezza e di rispetto ambientale possono esse­re raggiunti all’interno di assetti competitivi.

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→  luglio 21, 2000


Programmare ridu­zioni progressive di im­poste in più anni sarebbe, se­condo il ministro Visco («Meno tasse ma con rigo­re», Il Messaggero di ieri) una proposta «con valenza più propagandistica che reali­stica». Poiché mi riconosco tra gli «esponenti della mag­gioranza» favorevoli a tale proposta, vorrei spiegare le ragioni per cui respingo l’ac­cusa. Per farlo, vorrei prescindere dalla contingenza Dpef e partire invece da un fatto più generale: la spinta a ridurre le tasse non è più so­lo il terreno di caccia del po­pulismo, particolarmente bat­tuto in periodi pre-elettorali, ma è un fenomeno generaliz­zato, un’onda lunga che inve­ste tutti i paesi sviluppati. Lo è perché è conseguenza di cambiamenti strutturali nel rapporto tra cittadini e Stato.

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→  luglio 6, 2000

E’ stata una mossa giusta nella sostanza e astuta nella scelta di tempo quella con cui Giuliano Amato prendendo tutti di sorpresa ha posto un obbiettivo minimo di 25000 miliardi per i ricavi dalle concessioni UMTS. Insistere nel vendere per 500 Miliardi quello che in Inghilterra è stato venduto per 14.000, in Francia per 10.000 e in Germania per cifre forse ancora maggiori sarebbe stato suicida. Ma la soluzione adottata, l’asta dentro il beauty contest, si sta rivelando un pericoloso trabocchetto.

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→  giugno 29, 2000

L’antitrust è diventato un argomento popolare, ultimamente. La maximulta inflitta ai petrolieri dalla nostra autorità, e la condanna di Microsoft da parte del giudice americano Thomas Penfield Jackson sono due vicende di fortissimo impatto.

In realtà le due vicende sono radicalmente diverse: in un caso ci sono aziende che hanno colluso tra loro per fare un cartello di prezzi, nell’altro c’è un’impresa che rivendica come legittima una politica di prodotto che per il giudice è abuso di posizione dominante; in un caso il rimedio è economico – una multa -, nell’altro strutturale – lo smembramento dell’azienda.

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→  giugno 25, 2000


«Not with a bang but with a whimper», non con un botto ma con un sospiro. Il famoso verso di T.S. Eliot ben si addice alla fine del­l’Iri: venduto quanto era vendibile, passato al Tesoro quanto si con­tinua a considerare strategico, rinviato quanto non si è riuscito a ri­solvere, ora inizia la lunghissima dissolvenza della liquidazione.

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