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→  novembre 15, 2001


Partita doppia

Il titolo, sparato lunedì 5 novembre in prima pagina su cinque colonne dall’autorevole Financial Times era da far sobbalzare. ” Dubbi su come l’Italia si qualificò per l’entrata nell’Euro”. Operazioni sui derivati, spiegava il catenaccio, forse erano state usate per “occultare la dimensione del deficit”. E subito il pensiero andava a Mario Draghi, il direttore generale del Tesoro che per dieci anni aveva gestito il nostro gigantesco debito pubblico con riconosciuta perizia, confermata da prestigiosi premi i internazionali. E più su a Carlo Azeglio Ciampi, all’epoca titolare del dicastero, che aveva ribattuto colpo su colpo chi non credeva possibile che l’Italia passasse in un anno dal 6,3% al 2,8% di rapporto deficit/PIL. E più su ancora a Prodi, all’epoca presidente del Consiglio. Che ci fossimo sbagliati tutti?

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→  ottobre 10, 2001


Nel piano di riordino delle Authority a cui sta lavorando il Ministro Frattini, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas non è nominata tra quelle di “primo livello”

Nel piano di riordino delle Authority a cui sta lavorando il Ministro Frattini, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas non è nominata tra quelle di “primo livello”; una voce giornalistica secondo cui le sue attribuzioni potrebbero essere conferite al Ministero dell’Industria non è stata smentita. Dell’iniziativa del Ministro molte cose sono condivisibili: riaggregare competenze, bloccare la tendenza al proliferazione, uniformare i trattamenti economici e commisurarli ai compiti; altre lo sono meno, come le bizantine distinzioni sulla natura, costituzionale o non, del bene da proteggere, e sulla gerarchia che ne deriverebbe.

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→  settembre 30, 2001


La domanda da porsi è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale o quella finora in vigore?

Salvatore Bragantini non ha dubbi: la modifica della disciplina del falso in bilancio e delle comunicazioni sociali è una “riforma sbagliata”. Egli ne scrive il giorno stesso in cui l’aula del Senato la approva definitivamente. Da tempo scaduto il termine per presentare emendamenti, oggi è inutile discutere su quello che sarebbe potuto essere, il giudizio da dare è solo più su quello che è. La domanda da porsi è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale o quella finora in vigore? Io sostengo di sì. Bragantini dice di no, ma in realtà il suo confronto non è tra la legge votata e quella precedente, bensì tra la nuova e una bozza ormai consegnata agli archivi.

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→  settembre 29, 2001


Salvatore Bragantini (Corriere di ieri, pagina 14) non ha dubbi: la modifica della disciplina del falso in bilancio è una «riforma sbaglia­ta». Oggi, a legge approvata, è inu­tile discutere su quello che sarebbe potuto essere. La domanda da por­si è: per gli operatori economici è preferibile la legge attuale a quella finora in vigore? Io sostengo di sì. Bragantini dice di no, ma in realtà il suo confronto è tra la nuova e una bozza ormai consegnata agli archivi. Che quella bozza fosse mi­gliore non me ne deve convincere.

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→  agosto 11, 2001


Dal “Wall Street Journal” all’“Unità”, quattro storie e un unico paradosso

Questa volta partita non doppia, ma quadrupla, con quattro personaggi, ciascuno con una propria carta da giocare.

Il primo si chiama Alberto Mingardi, e la carta che mette sul tavolo è una pagina del Wall Street Journal Europe. “Date una chance a Berlusconi” è il titolo dell’articolo, e non sorprende trovarlo sul giornale della destra conservatrice. (Singolare è che ad avere tre colonne nella pagina degli editoriali sia un ragazzo italiano che non ha ancora 20 anni).

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→  luglio 27, 2001


Un’occasione per il capitalismo privato italiano

All’inizio del 1998, discutendosi in Parlamento il TUF – più noto come legge Draghi -, pensai di creare un’occasione in cui il capitalismo privato italiano dicesse la sua su un progetto che introduceva nel nostro ordinamento regole di corporate governance su cui si era discusso per decenni. Organizzai un convegno, in cui da un lato c’erano le istituzioni, il Tesoro con Mario Draghi e la Consob con l’allora presidente Tommaso Padoa Schioppa; dall’altro protagonisti del grande capitalismo privato, Giovanni Agnelli, Franco Bernabè, Fedele Confalonieri, Pietro Marzotto, Don Moore, Francesco Trapani, Marco Tronchetti Provera. E, a completare il quadro, le due Fondazioni bancarie torinesi, Compagnia di S.Paolo e CRT, che convinsi a sponsorizzare il convegno.

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