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→  febbraio 18, 2004

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Bersani, Letta e Debenedetti spiegano perché l’Ulivo non cade nella “trappola” di Maranghi

Roma – Né sulla lettera di Vincenzo Maranghi. Né sulla replica di Antonio Fazio.
Come non ci fossero mai state, per il centrosinistra. Non una delle figure di spicco dell’Ulivo ha ritenuto di commentarle. In alcun modo. Ma perché?

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→  gennaio 22, 2004

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Nanismi

Qual è la linea che separa la fisiologia dalla patologia? E’ naturale che del caso Parmalat a calamitare l’attenzione, dell’opinione pubblica come di politici e studiosi, siano gli aspetti patologici. Ma anche nei sistemi sociali ed economici, così come negli organismi, non sempre le patologie sono riconducibili a shock esterni, più sovente a degenerazioni, magari latenti per anni.

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→  gennaio 9, 2004


Le posizioni di Francia e Germania rendono tutto più difficile

Continuerà la discesa del dollaro, che mette in crisi le esportazioni e le imprese europee? Dalla fine di Gennaio del 2002, il dollaro ha perso il 30% rispetto all’euro, è rimasto invece stabile rispetto alle monete asiatiche. La causa profonda di questi scompensi sta, secondo Peter Garber della Deutsche Bank, nell’enorme offerta di mano d’opera dell’Asia.

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→  dicembre 24, 2003

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Riforme – L’iniziativa di Tremonti è opportuna

La somma dei disastri Bipop, più Cirio, più Parmalat, più Myway, più altre minori, è per l’Italia assai di più, in proporzione al PIL, della somma delle Enron più Worldcom per gli USA. Il crollo di fiducia provocato da Parmalat investe non solo il mondo industriale, ma tutto il Paese: oggi il Financial Times indica un rischio non solo delle obbligazioni delle nostre imprese, ma del debito sovrano della Repubblica.

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→  dicembre 5, 2003

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Dall’Ecofin all’Opa, l’asse franco-tedesco rimette in discussione il decennio liberista

Posto che l’ideale sarebbe la concorrenza tra monete, una moneta unica è il second best se serve ad assicurare l’indipendenza della banca centrale emittente dai governi: questa la conclusione di un dibattito sull’euro della Mont Pelerin Society nell’agosto del 1996 a Vienna.

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→  novembre 21, 2003

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I ceti medi e la politica

Si è fatto raro il giornalismo d’ inchiesta: complimenti dunque per l’ iniziativa. Il quadro che ne esce è tuttavia, a dir poco, inquietante. Anche per questo si sente l’ esigenza di disporre di più dati, per meglio descrivere e misurare il fenomeno: e per capirlo. Ciò che più interesserebbe è distinguere tra la componente oggettiva – la variazione di reddito disponibile -, e quella soggettiva – la percezione che il ceto medio ha proprio ruolo nella società; la distinzione cioè tra standing e status.

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