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→  settembre 16, 2004

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Che sia uno stratagemma, non lo nega nessuno: ma verso chi è messo in opera?

Che sia uno stratagemma, non lo nega nessuno: ma verso chi è messo in opera? Fu uno stratagemma virtuoso per restare tra i paesi virtuosi, quello messo in atto da Giulio Tremonti a fine 2003: vendere alla Cassa Depositi e Prestiti il 10% di ENI ed Enel e il 35% di Poste Italiane, per sfruttare le regole europee che consentono di portare il ricavato a riduzione del deficit. Oggi, il nuovo DPEF prevede imponenti privatizzazioni, e, dato che il tempo stringe, forte è la tentazione di ripetere l’operazione in grande stile: vendere alla Cassa tutte le partecipazioni industriali ancora in mano al Ministero dell’Economia.

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→  agosto 3, 2004

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Con l’acquisto di Abbey National da parte del Banco Santander, é iniziato in Europa il processo di consolidamento del sistema bancario, anche con aggregazioni oltre frontiera.

Con l’acquisto di Abbey National da parte del Banco Santander, é iniziato in Europa il processo di consolidamento del sistema bancario, anche con aggregazioni oltre frontiera. Le nostre banche, con dimensioni e redditività inferiori alle migliori banche estere, rischiano di essere confinate in un ruolo marginale o destinate a una condizione subalterna.

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→  luglio 27, 2004


La public company e i suoi nemici
di Mark J. Roe
Prefazione di Franco Debenedetti
Il Sole 24 Ore S.p.a., 2004
pp. 309


Le società a proprietà diffusa sono uno strumento potente per la creazione e la distribuzione della ricchezza. Ma esse sembrano essere una caratteristica del solo mondo anglosassone. Capire quali sono le condizioni che ostacolano e quali quelle che favoriscono il loro formarsi è questione politica della massima importanza.

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→  luglio 9, 2004


Per vincere, anche il centrosinistra dovrà dire che cosa vuol farne

Lo scrive il Financial Times: le previsioni di crescita del PIL per Francia e Germania sono state riviste al rialzo, con tassi rispettivamente del 2,3% e del 2% nel 2004, meglio ancora nel 2005. E poiché le serie storiche dimostrano che l’andamento della nostra economia é strettamente correlato a quello degli altri grandi paesi europei, é molto probabile che nel 2005 l’Italia conosca una crescita sostenuta. Già ci sono segnali deboli in questo senso, che Massimo Mucchetti sul Corriere é stato pronto a cogliere. Siccome é verosimile che a Berlusconi le notizie del Financial Times e i commenti del Corriere glieli facciano vedere, niente niente che anche questo c’é entrato nella decisione di fare le sua ennesima reincarnazione come Presidente Economista?

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→  luglio 7, 2004


«E noi cosa faremmo?» mi sono chiesto molte volte in questi anni, discutendo insieme ai colleghi di partito sulle manovre di Tremonti. Non credo sia azzardato ipotizzare, supporre, credere, temere (vasta è la gamma di opinioni di cui dispone il Centrosinistra) che avremmo applicato rigidamente i sacri testi, che avremmo descritto la situazione per quello che era, e che avremmo cercato altre entrate per compensare quelle ridotte dalla congiuntura negativa. In altre parole, che avremmo aumentato le tasse.

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→  luglio 5, 2004

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Un saggio di Nardozzi sulla nostra economia: dalla competizione dei singoli imprenditori alle privatizzazioni, al potere di politici e banche

L’Italia del dopoguerra ha conosciuto uno straordinario sviluppo economico: dall’analisi di quanto accadde in quegli anni è possibile trarre indicazioni valide oggi che l’Italia sembra invece aver smarrito la capacità di crescere. Questo è l’approccio metodologico da cui parte Giangiacomo Nardozzi in Declino e Miracolo (Laterza 2004, ppX-127, 10,00€). Ciò che si propone é individuare il singolo fattore capace di spiegare i successi di allora e le difficoltà di adesso.

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