Archivio per il Tag »economia«
→ dicembre 16, 2024
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Franco Debenedetti. Due lingue, due vite.
I miei anni svizzeri. 1943-1945
di Franco Debenedetti
2024, Marsilio Arte
Due lingue: l’altra è il tedesco. Lo imparai per poter frequentare la prima e la seconda ginnasio di Lucerna, la città in cui vissi i miei anni svizzeri, da dicembre 1943 a luglio 1945.
Averlo imparato ha cambiato la mia vita, alla Kantonsschule incominciò il pellegrinaggio laico, mai poi interrotto, in una cultura conosciuta ed amata attraverso la sua lingua: da Goethe a Schiller, da Thomas Mann a Thomas Bernhard, ma anche, per estensione, da Bach a Schönberg, da David Kaspar Friedrich ad Anselm Kiefer. Fu col tedesco, che il bambino che riempiva i suoi diari con perfetta calligrafia infantile, diventò un adolescente sulle orme di un Wilhelm Meister.
Anche l’altra metà del titolo deriva da quella esperienza: Thomas Mann, nel Doctor Faustus, la mette in bocca ad Adrian Leverkühn, in cui egli personifica l’inventore della musica dodecafonica,: “in quegli anni la vita scolastica coincide con la vita stessa, l’una vale l’altra”.
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→ dicembre 7, 2024
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Dal 2035 non si potranno immatricolare più automobili con motore endotermico e già oggi si chiudono o si trasformano le fabbriche che le producevano. Abbondano le analisi delle conseguenze quantitative e qualitative sui lavoratori, quelli impiegati nelle fabbriche che le producevano e quelli nell’indotto, sia di componenti sia di servizi. Si è trascurata però un’altra conseguenza, l’inevitabile rottamazione di un altro patrimonio, quello della cultura tecnologica necessaria per la costruzione dell’automobile. Per costruire il modello T, Henry Ford introdusse nelle sue fabbriche la catena di montaggio: da allora è stato un continuo segmentare ogni fase di lavorazione, per renderla più efficiente guadagnando per ognuna frazioni di secondo, e costruendo le macchine che lo rendessero possibile. Da un lato, l’analisi tempi e metodi, dall’altro lato lo sfruttamento dei lavoratori che essa rendeva possibile: accanto alla metodologia per assegnare tempi si organizzava la resistenza dei lavoratori allo sfruttamento che essa rendeva possibile.
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→ agosto 15, 2023
il “ruolo decisivo del governo nella decisione delle scelte strategiche” attribuito al 20% della rete TIM che la Meloni ha acquistato da KKR equivale, secondo me, a “un altro anello alla catena di aziende nazionalizzate dal suo governo”.
Sul tema si è sviluppato un doppio botta e risposta con il Foglio. Alla Meloni, sostiene Cerasa, sarebbe riuscito il gioco di prestigio, far sì che lo Stato non sia sovrano pur avendo il potere di “decidere sullo stato di eccezione” e lo stesso sarebbe successo con Alitalia. E la redazione fa il titolo mettendo un paragone con Draghi, abbastanza fuori luogo e del tutto fuori dal mio testo.
Quello che è certo è che lo scherzetto costerà ai contribuenti più di 2 miliardi di €.
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→ agosto 8, 2023
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Tassisti “di complemento”, la gestione di chiamate e traffico attraverso una app, senza togliere lavoro
Lettere al direttore, fondi del direttore; proposte di legge, risposte di scioperi. La letteratura sul tema dei taxi è sterminata, ma il risultato pratico di tutto questo ruminare è sostanzialmente nullo: Con la sola eccezione delle città che hanno consentito a Uber di operare, le code alle stazioni di sosta e le esasperanti telefonate restano sostanzialmente le stesse.
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→ aprile 25, 2023
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Caro Direttore,
la “battaglia per le nomine degli amministratori delle maggiori società italiane a partecipazione pubblica” è finita, scrive Luigi Zanda, “esattamente come con i governi di coalizione del passato: ogni partito si è preso la sua fetta”. Ha certo ragione quando accusa l’evidente diseconomia di avere due azionisti, la CDP e il MEF, alla guida di un gruppo di grandi aziende, anziché affidare questo compito a una holding di Stato: sarebbe questa “la lezione del’IRI”.
Sicuro? La storia narra una lezione diversa: nel 1992 tra IRI, Eni ed Efim, (cioè tra DC, PSI e PSDI) avevano accumulato debiti per 30.000 miliardi di Lire, che con la trasformazione in Spa di cui lo Stato era l’unico azionista, sarebbero diventati debito dello Stato. Senza l’accordo Andreatta Van Miert quello che secondo Zanda era in “gruppo compatto a servizio dellla politica industriale del Paese” ne avrebbe provocato il fallimento.
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→ aprile 15, 2023
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Adriano Olivetti (1901-1960)
Una storia tra mito e realtà
“Può l’industria darsi dei fini?” E’ Adriano Olivetti a porre le domanda: è il 24 aprile 1955, sta inaugurando lo stabilimento di Pozzuoli, parla ai dipendenti. “Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti?… Non vi è qualcosa aldilà del ritmo apparente, qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?”. Quanto ai profitti, ci sarebbero voluti ancora alcuni anni prima che Milton Friedman scrivesse esserci una e una sola responsabilità dell’impresa: accrescere il valore a lungo termine degli azionisti. Semplicemente.
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