Nel chiuso dei ministeri, al riparo di un’improvvida delega, senza discussione in sede politica, il governo pare avere ormai deciso le modalità di privatizzazione dell’Enel. Le ragioni di coloro che sostenevano doversi cogliere l’occasione della privatizzazione per introdurre concorrenza nel mercato non solo non sono state sottoposte a confronto, ma vengono tacitate con considerazioni di politica generale: la data delle elezioni per decidere dell’assetto di un settore fondamentale per un paese industriale.
Ma, si dice, c’è uno stato di necessità: la difesa della lira richiede di procedere a un’immediata privatizzazione. Per questo scopo, il candidato ideale è l’Eni, non l’Enel: minime le modifiche da apportare al regime concessorio, nessuna interferenza con l’istituzione delle Autorità di settore, favore degli investitori istituzionali: lo dice un personaggio esperto ed autorevole come il professor Giavazzi.
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