Archivio per il Tag »digitale«
→ novembre 15, 2010
di Stefano Carli
Cellulari, aste delle frequenze. Ecco perchè quei 2,4 miliardi possono restare un miraggio.
Alla manovra di Giulio Tremonti potrebbero mancare all’appello ben più di 2 miliardi di euro perché nei quasi 6 che il ministro considera già in cassa ce ne sono 2,4 che vengono dati per certi come gettito dell’asta per dare alle telecom mobili le frequenze pregiate liberate dalle tv. E che invece certi non sono affatto. Per tutta una serie di ragioni che, assieme, ne renderanno l’incasso una vera corsa ad ostacoli. Il tema è spinoso (gli operatori mobili si tengono per ora abbottonatissimi, anche perché non si aspettavano di doverlo affrontare così presto) e ci sono molti modi per raccontarlo. Alcuni semplici. Altri molto meno. Iniziamo dai primi, che è come la vede Tremonti.
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→ novembre 9, 2006
Due i principali provvedimenti disposti dal disegno di legge Gentiloni sul riassetto del sistema televisivo.
Una rete Mediaset e una Rai passano al digitale; in caso di inosservanza, la sola Mediaset deve ridurre l’affollamento pubblicitario dal 18 al 16 per cento
Mediaset deve ridurre la propria quota dei ricavi pubblicitari di tutto il settore televisivo – analogico, digitale, via satellite o cavo – sotto il 45 per cento.
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→ ottobre 13, 2006
Viene il giorno che le patate bollenti s’ha da pelarle. E bollente certamente è quella che il Ministro Gentiloni ha deciso di prendere in mano: da 12 anni era sulla brace, insieme alla gemella del conflitto di interessi. Non c’è solo il popolo di sinistra a premere per ridimensionare il potere di Berlusconi di fare soldi e allo stesso tempo di influenzare le opinioni politiche degli italiani; c’è anche la grande stampa nazionale ad accusare le TV, e in primis quelle che vivono solo di pubblicità, di drenare risorse alla carta stampata.
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→ luglio 20, 2006
Caro Direttore,
la legge italiana offre alle oltre 600 stazioni televisive la possibilità di investire nel digitale terrestre. Oggi trasmettono in digitale 10 reti nazionali controllate da 6 diverse società. Tre di esse (D-Free, L’Espresso, H3G) sono nuovi entranti nel mercato TV. Inoltre la legge impone a RAI e Mediaset di cedere a terzi il 40% della loro capacità trasmissiva. L’Inghilterra invece, a quanto riferisce il Corriere Economia, impone alla BBC, che ha ricavi di poco inferiori alla somma di RAI più Mediaset, di investire nel digitale, e la finanzia con un aumento del canone. Ma per Bruxelles è l’Italia quella che deve essere messa sotto accusa perché perpetua anche nel futuro digitale le posizioni dominanti del presente analogico: e il Governo italiano annuisce. Gratia violentia?
senatore Franco Debenedetti