Archivio per il Tag »destra«
→ ottobre 4, 2010
di Giuliano Ferrara
Ci sono cose insopportabili al gusto del mondo. Una di queste è la destra. La destra che parla a voce alta, che pretende di avere dei diritti, che strepita e gesticola e magari bestemmia, oppure che prega e assume pose devote. Bestemmia o preghiera, aggressività o vittimismo, non importa.
La destra è sempre repellente. Non corrisponde al canone del mainstream, dell’ideologia corrente. Una volta è troppo ignorante. Un’altra volta è sofisticata in modo luciferino, è cultura caduta dall’empireo delle buone intenzioni solidali, è esoterismo, elitismo. La destra non piace al punto che contro di lei è eccitante la bastonatura.
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→ novembre 13, 2009
di Luca Ricolfi
Non so se il mondo sia di destra, nè se stia diventando più di destra di prima: a occhio e croce direi che il mondo ha altri problemi, e se ne infischia delle dicotomie che piacciono tanto a filosofi e politologi. Quanto a “noi” io non sono affatto nato di sinistra, ma lo sono diventato a un certo punto, alcuni anni dopo essere diventato juventino (l’unica identità che considero, purtroppo, irreversibile).
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→ giugno 27, 2009
Non c’é giornalista di vaglia che non sogni di ripetere quello che fecero Bob Woodward e Carl Bernstein nel caso Watergate, obbligando Richard Nixon a dimettersi. E’ quindi plausibile che veramente a Repubblica per un certo periodo si sia mirato all’obbiettivo grosso, incalzare Berlusconi finché dalle sue imbarazzate e contraddittorie risposte spuntasse il fatto clamoroso che lo obbligasse alle dimissioni.
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→ novembre 30, 2008
di Emanuele Macaluso
In democrazia c’è sempre la rivincita
Non so se si nasce di sinistra. Tanti che di sinistra erano ora sono di destra. E non so se negli anni in cui il fascismo trionfava, Matteotti, Gramsci, Pertini, Ernesto Rossi, Vittorio Foa, Giancarlo Pajetta e molti altri, si ponevano la domanda che retoricamente si pone Edmondo Berselli. Non credo. Eppure per le loro idee di sinistra furono uccisi o passarono tanti anni in carcere.
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→ novembre 13, 2008
di Luigi La Spina
Nei Sinistrati di Berselli la sconfitta di una fede
In Italia, se perde la destra, si tratta di un disguido. Un piccolo errore della storia o un grande broglio dell’urna. Se perde la sinistra, è la maledizione di un truce destino e la catastrofe di un’esistenza. Perchè nei pensieri di un conservatore, la rivincita è dietro l’angolo, in quelli di un progressista, la sconfitta è la naturale condizione di un errore genetico: quello di essere nato dalla parte sbagliata della vita. Questo sentimento profondo dell’elettore di sinistra, nel nostro paese, sembra essere esploso in un urlo di vera disperazione dopo l’ultimo verdetto elettorale.
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→ maggio 10, 2008
Dopo il 13 aprile
“What is left?”, l’interrogativo che assilla la sinistra da quasi vent’anni, scuote il Pd nelle sue fragili fondamenta. La destra, per Sandro Bondi (Corriere della Sera del 7 maggio), neoministro dei Beni Culturali, è sinonimo di innovazione. Non lo so. Il tasso d’innovazione della politica, nonostante il 13 aprile, è sempre largamente inferiore, specie in Italia, a quello della società che deve interpretare. Ma certamente la destra è sinonimo di cambiamento. Vuole cambiare. E, aspetto paradossale, a volte quello che vuole cambiare lo addossa alla sinistra.
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