Archivio per il Tag »D’alema«
→ luglio 18, 2009
Sovente le metafore coniate dalle scuole di management sono state adottate dalla politica: raramente con profitto. Gli allievi delle varie Mc Kinsey sono ai vertici di grandi imprese e banche italiane, ma per avere successo a capo di strutture politiche o dotate di potere politico sono necessarie conoscenze diverse: perché del tutto diversi sono i meccanismi razionali ed emotivi attraverso i quali si sceglie un dentifricio da quelli con cui si esprime un voto.
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→ febbraio 15, 2007
di Mattia Feltri
Nel nuovo libro di Andrea Romano la parabola di tre ex ragazzi tra divisioni e ripensamenti. Come quello di Veltroni che da giovane criticava il kennedismo e inneggiava a Mao
Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso», scrive Andrea Romano a proposito di Massimo D’Alema, Piero Fassino e Walter Veltroni, e citando il poeta – cioè Vasco Rossi – che per il cognome, da un certo punto in poi, è l’elemento più ortodosso rimasto in campo. Nella sua ribalderia, Romano ha perlomeno la grazia di omettere il verso successivo: «Ognuno in fondo perso dentro i c… suoi».
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→ gennaio 11, 2005
Quirinali – Il vero destinatario del messaggio
L’ormai famosa frase sugli “Harry Potter della componente moderata del centrodestra” potrebbe essere presa ad esempio di effetto inintenzionale delle azioni intenzionali. Per causa di quella frase, la maggior parte dei commenti all’intervista di Massimo D’Alema su Repubblica di sabato scorso hanno finito di polarizzarsi sulla polemica con Marco Follini e l’UDC, mentre sono finiti nel cono d’ombra i suoi aspetti più rilevanti: il fatto che l’ha generata e il soggetto che ne è il destinatario.
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→ novembre 17, 2001
Rubrica “Porto Franco” sul congresso dei Ds
Non mi aspettavo citazioni poetiche da Fassino: ci ha dato un paio di Roosevelt e nessun Bernstein, e va bene così. La sua cultura non è quella dei cantautori. I documenti congressuali hanno una loro retorica ma Fassino i suoi punti fermi li ha messi. Sulla guerra e sui no-global innanzitutto.
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→ luglio 15, 1999
L’Economist quasi sempre, liberal qualche volta, gli altri quasi mai. Questa la mia personale consuetudine di lettura dei settimanali. E dunque quanto segue è influenzato da questa premessa: che del resto i direttori dei settimanali conoscono bene, visto che si tratta di uno strumento editoriale che più di tutti gli altri ha pagato un duro prezzo all’affermarsi della televisione, privo com’è rimasto della capacità sia di produrre notizie – vista la contrazione frenetica dei tempi avvenuta negli ultimi anni – che di aspirare approfondimenti esclusivi, prima che sia schermo a farlo.
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→ giugno 16, 1999
E’ la frammentazione dei consensi, più che la loro somma aritmetica, il dato più negativo per il centro-sinistra nel risultato delle elezioni europee.
Sarà inutile rivolgere ammonimenti e allettamenti alle formazioni minori, anzi l’insuccesso le indurrà ad avvinghiarsi ancor più allo scoglio della propria identità. Adesso la partita nel centro-sinistra si gioca tra il partito di D’Alema Veltroni e quello di Prodi Di Pietro.
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