→ ottobre 2, 2016
Recensione a
Italia si cambia. Identikit della riforma costituzionale,
di Giovanni Guzzetta,
Rubbettino, Soveria Mannelli,
pagg. 206, € 15
«Fin dalla fondazione della Repubblica, il discorso pubblico sulle istituzioni ha avuto la transizione come chiave fondamentale di narrazione. L’Italia è stata sempre interpretata come una Repubblica transitoria, una democrazia incompiuta a cui mancano (ancora?) le condizioni politiche e istituzionali perché il gioco democratico si possa svolgere all’insegna della normalità». Per Giovanni Guzzetta le scelte di politica legislativa costituzionale vanno collocate nel contesto, storico, politico, istituzionale: e chiude con queste riflessioni Italia si cambia, il denso libro scritto per fare l’«identikit della riforma costituzionale» del governo Renzi. Il momento della normalità, annota, è stato sempre stato spostato in avanti dal susseguirsi delle eccezionalità: il fascismo, la liberazione, il più grosso partito comunista del mondo occidentale, il terrorismo, Mani pulite, Berlusconi, le crisi da Lehman in avanti. E poiché l’essenza della politica è prospettare un futuro e disegnare le azioni per realizzarlo, per settant’anni la partita politica si è giocata su queste idee, transitorietà e incompiutezza. Nel nome della transitorietà si sono giustificate sia la provvisorietà delle soluzioni deboli sia la fragilità di quelle decisioniste. Nel nome dell’incompiutezza si sono giustificati sia il ruolo maieutico di élite che proteggessero la democrazia dalle spinte populiste o eversive, sia la teoria della convergenza di forze politiche che evitasse il gioco competitivo tra loro.
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→ aprile 29, 2016
“Un importante precedente” è stata, secondo Mario Monti, la multa di 497 milioni di euro comminata nel 2005 dall’allora Commissario europeo alla concorrenza, a Microsoft: l’accusa era di installare dentro Windows il software Media player, così restringendo lo spazio di mercato ai concorrenti di prodotti per scaricare brani musicali.
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→ marzo 31, 2016
recensione di Antonio Polito al nuovo libro di Franco Debenedetti
Esce il saggio «Scegliere i vincitori, salvare i perdenti» (Marsilio). Teoria, prassi e sperperi dello Stato imprenditore in un’analisi critica di Franco Debenedetti
«Anche nelle maggiori ristrettezze, i denari del pubblico si trovano sempre, per impiegarli a sproposito». Alessandro Manzoni conosceva così bene il nostro carattere nazionale (tendiamo facilmente a dimenticare che il denaro pubblico è nostro), da meritarsi la citazione d’apertura nel nuovo libro di Franco Debenedetti, vera e propria biografia di un’idea (anzi, di «un’insana idea», come è definita nel sottotitolo). L’idea è quella della «politica industriale», e cioè di una «politica in cui l’attività industriale è svolta più o meno direttamente dal potere pubblico», che ha percorso la storia d’Italia da Giolitti a Renzi, e che ancora oggi resta popolare sia nel senso comune di molti italiani sia nella prassi di tanti politici. La convinzione insomma che tocchi allo Stato Scegliere i vincitori, salvare i perdenti della competizione economica (come nel titolo del volume in libreria da oggi, m per Marsilio).
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→ settembre 10, 2015
Il 24 Agosto potrebbe essere un giorno importante: si è avuto notizia di un passo avanti molto significativo verso il controllo della fusione nucleare, il processo che darebbe energia in quantità illimitate, a basso costo, senza emissioni di gas nocivi, senza i pericoli degli attuali impianti nucleari, e senza lasciare scorie che restano radioattive per millenni. La stessa energia che alimenta il sole.
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→ agosto 25, 2015
Fughe lontane di ebrei, fedeltà sabaude. Avvocature, eserciti e visite in Monferrato. La lirica e Torino, le belle calligrafie. Storia di un’educazione non solo sentimentale.
Venivano entrambi da gente che era dovuta fuggire, i miei due nonni. Quello paterno si chiamava Israel, era uno dei quindici figli di nonna Dolcina, la sorella di Isacco Artom. Il diminutivo Lilin doveva portarselo dietro dall’infanzia, se lo trovò lì bell’e pronto per quando il suo nome vero sarebbe suonato un po’ troppo esplicito. Me lo ricordo, il nonno Lilin, quando andavamo a trovarlo ad Asti: non mi piacevano tanto i suoi baffi un po’ umidi quando mi salutava con un bacio.
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→ giugno 26, 2015
In Italia il documento inviato al Parlamento e al Governo da parte dell’Autorità dei Trasporti ha rimesso sui binari corretti la questione uber pop, dopo il “700” del Tribunale di Milano, l’ordinanza che, rispondendo a una richiesta di un gruppo di tassisti, ne aveva bloccato l’attività. Ricordo che UberBlack è il servizio di limousine “nere” degli Ncc(noleggio con conducente), mentre UberPop é il servizio (ieri al centro di scontri tra i tassisti e la polizia in Francia) che consente a chiunque di utilizzare la propria auto per lavorare come autista quando crede.
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