→ gennaio 16, 2008
di Alberto Arbasino
Gadda che, com’è noto era un «celibatario solo come uno stecco», non ha mai proliferato né intrattenuto progenie alcuna, neppure in senso lato. Chi, d’altra parte, potrebbe immaginarlo organizzare un cenacolo in pizzeria o fondare una rivista di tendenza o piazzare rampanti discepoli nella redazione di un giornale o alla Rai?
Eppure il destino letterario sembra averlo, per vie misteriose, risarcito. Negli anni Cinquanta, quando ancora non aveva pubblicato il Pasticciaccio e molti critici lo consideravano solo un «eccentrico» o un umorista «cincischiato», Gadda trova improvvisamente, in una piccola schiera di scrittori ‘irregolari’ e ‘sperimantali’ che hanno adorato L’Adalgisa, dei giovani ammiratori disinteressati ed entusiasti. Fra quei ‘nipotini’ c’è soprattutto Alberto Arbasino, che, come provano L’Anonimo Lombardo e poi Fratelli d’Italia, dal grande macaronico sembra avere ereditato non solo la derisoria violenza della scrittura, ma anche la cultura cosmopolita ed eclettica, lo humour travolgente, l’insofferenza per il «tritume delle correnti obbligative».
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→ ottobre 8, 2007
di Paul Davies
Per millenni gli uomini hanno osservato il cielo pieni di meraviglia, chiedendosi: perché siamo qui? Come ha avuto origine l’universo? E che senso ha la nostra esistenza nel cosmo? Fino a tempi recenti, la risposta a questi grandi interrogativi è stata appannaggio di preti e filosofi, ma oggi gli scienziati stanno cominciando a intervenire nel dibattito, con idee che sono insieme sorprendenti e profondamente controverse. Come ci racconta con chiarezza Paul Davies, le recenti scoperte scientifiche mettono in luce un fatto che lascia perplessi: molte caratteristiche fondamentali dell’universo fisico – dalla velocità della luce alla struttura dell’atomo di carbonio – sembrano calibrate in modo apparentemente miracoloso per permettere l’esistenza della vita.
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→ maggio 2, 2007
di Gian Luigi Beccaria
Perché chiamiamo Oscar la statuetta d’oro e croissant il cornetto a forma di mezzaluna? E dove hanno avuto origine espressioni come: «Cavarsela per il rotto della cuffia» o «Allevare una serpe in seno» o «Fare la gatta morta»? Perché il luogo dove abitiamo porta quel nome, e qual è l’origine dei nostri cognomi? In essi c’è sempre traccia evidente e duratura del passato.
Anche i nomi di inventori, viaggiatori, scienziati, legati alle loro scoperte, sopravvivono come termini d’uso comune: mansarda, biro, bignami, magnolia, ecc.
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→ marzo 23, 2007
di Piergiorgio Odifreddi
Torna in libreria lo “scandaloso” saggio di Bertrand Russell sul matrimonio
Il 24 febbraio 1940 il City College di New York affidò a Bertrand Russell l’incarico di tenere l’anno seguente tre corsi di filosofia: il primo sui concetti moderni della logica, il secondo sulle basi della matematica e il terzo sulle relazioni tra scienza pura e applicata. Il vescovo William Manning inviò immediatamente una lettera ai giornali cittadini, avvisando la popolazione che l’incaricato era «un uomo noto come propagandista antireligioso e antimorale, che difende in particolar modo l’adulterio». Il settimanale gesuita America precisò che egli era «un arido e decadente difensore della promiscuità sessuale», e il senatore John Dunigan dichiarò in aula che la filosofia di Russell «sovverte religione, stato e famiglia».
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→ marzo 22, 2007
di Bertrand Russell
Nel 1929, questo saggio fu considerato scandaloso dagli ambienti più tradizionalisti. Oggi, molte delle idee in esso sostenute sono entrate nel dibattito politico e alcune sono state recepite dalla legislazione del diritto familiare. Eppure, dopo quasi ottant’anni, il testo conserva intatta la sua carica «eversiva» contro il pregiudizio e i luoghi comuni in materia di vita sessuale.
L’impietosa critica del filosofo è soprattutto contro la religione cristiana, colpevole di aver imposto una morale sessuofobica; in realtà, Russell non svilisce il ruolo sociale del matrimonio, anzi lo considera «la migliore e più importante istituzione che possa esistere tra esseri umani», se inteso come alleanza e vincolo profondo per la costruzione di una famiglia e non come censura dell’amore passionale, che secondo il filosofo deve potersi esprimere anche al di fuori del matrimonio. Ma l’analisi va oltre, coinvolgendo educazione dei figli, contraccezione, divorzio, omosessualità, salute e istruzione pubblica, in una riflessione tutt’ora ricca di stimoli su temi di perenne attualità anche nella società del terzo millennio.
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→ novembre 26, 2006
“Se una parola può essere grossolanamente adoperata, scriveva Luigi Einaudi, si può dire che [i grandi giornali nati a cavallo tra l’Otto e Novecento] rappresentavano a lungo andare una delle correnti dominanti nel Paese di quella cosa indistinta e inafferrabile, ma tuttavia reale ed esistente, che è l’opinione pubblica.” E tra “i grandi giornali”, insieme a Times, Frankfurter Allgemeine Zeitung, New York Times, Chicago Tribune, metteva il Corriere. La citazione è tratta da “Il baco del Corriere” il nuovo libro di Massimo Mucchetti, appassionato e denso di fatti e di idee.
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