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→  giugno 26, 2011


Strano destino quello del libro di Justin Fox: con quel titolo “ Il mito della razionalità del mercato” e ancor più quel sottotitolo “ Una storia di rischi, guadagni ed errori a Wall Street” avrà pensato di prendere l’onda lunga della grande crisi, accodandosi agli scettici dei mercati e ai critici di chi vi opera. Ma così ha fatto torto a se stesso: perché mentre su quel tema nel frattempo sono usciti lavori di ben diverso spessore e autorevolezza, il libro è invece interessante nel narrare, con i collaudati metodi della pubblicistica americana, la grande avventura intellettuale della teoria dei mercati finanziari e del loro funzionamento. Oggi l’attenzione dagli “errori di Wall Street” si è spostata su altri temi, il finanziamento dei debiti pubblici, la sostenibilità del welfare, la stabilità delle banche, la remunerazione dei manager; oppure, come recentemente da noi, sul mercato per il controllo. Letto in relazione a questi temi, il libro ha, involontariamente, un’attualità maggiore di quella che volontariamente si proponeva di raggiungere.

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→  giugno 19, 2011


di Stephen Hawking

Quando e come ha avuto inizio l’universo? Perchè c’è qualcosa invece di nulla? Perchè le leggi di natura sono calibrate con tanta precisione da permettere l’asistenza di esseri come noi? Perchè siamo qui? E soprattutto, il < > del nostro universo è opera di un benevolente creatore o la scienza può offrire un’altra spiegazione? Formulare una completa teoria dell’universo – scriveva Steven Hawking nel suo Dal big bang ai buchi neri – sarebbe il più grande trionfo della ragione umana, perchè a quel punto conosceremmo la mente di Dio.

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→  giugno 12, 2011


Frank Close, fisico della Oxford University, gioca abilmente con uno dei concetti più enigmatici della storia del pensiero scientifico: il nulla. A partire dalle prime teorie dei filosofi greci, culminate nell’aristotelico ‘horror vacui’, il lettore viene accompagnato attraverso gli esperimenti condotti nel Seicento da Torricelli, Galilei e Pascal, per arrivare alla rivoluzionaria teoria della relatività di Einstein e al fascino delle ultime frontiere della ricerca scientifica, dove i confini tra fisica e filosofia si fanno sempre più sfumati. Oggi l’infinitamente grande (la cosmologia, la teoria del Big Bang) e l’infinitamente piccolo (la meccanica quantistica e lo studio delle particelle subatomiche) ci parlano del nulla come di uno spazio pieno di segreti ancora da esplorare.

Nulla
di Frank Close
Editore Codice, 2011

→  giugno 8, 2011


C’erano due caccia dell’Air Force a scortare il Boeing 767 della United Airlines: il comandante aveva temuto che la zuffa tra due passeggeri mascherasse un attacco terrorista e aveva deciso per un atterraggio forzato. Invece si trattava solo di un sedile: il passeggero davanti voleva inclinarlo, quello dietro impedirglielo. La notizia ha suscitato ricordi: quello del giocatore di basket che cerca di piazzare il suo femore come ipotenusa tra i cateti della seduta e dello schienale; quello di chi s’è fatto 12 ore a fianco di 150 chili orgogliosamente portati (e non adeguatamente docciati).

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→  maggio 24, 2011



dalla rubrica Peccati Capitali

Un mio amico di Londra, viste un paio di puntate di “Radio Londra” sul TG1, mi scrive indignato: trova oltraggioso al limite dell’oscenità usare la famosa sigla per una trasmissione a suo parere patetica e becera. Qualcosa non mi torna. Non nel giudizio sulla trasmissione, dove ciascuno é libero di avere le sue opinioni: ma é logicamente corretto che, se questo è negativo, sia automaticamente da condannare anche l’uso della sigla?

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→  maggio 6, 2011


Gli islamisti di Gaza avevano bisogno del Mozart di Barenboim?

Lettera al direttore

Daniel Barenboim non è stato il primo ad eseguire musiche di Wagner in Israele dopo la guerra. Vent’anni prima di lui, nel 1981, fu Zubin Mehta e eseguire a sorpresa brani dal Tristano e Isotta: non accadeva, in terra di Israele, dal 1938, con Toscanini sul podio. E’ in contraddizione chi da un lato chiede di non bandire la musica di Wagner per l’uso ideologico che ne fece il Terzo Reich e dall’altro usa egli stesso la musica a fini ideologici: come ha fatto Barenboim a Gaza.

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