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Archivio per il Tag »Covid«

→  gennaio 4, 2022


Franco Debenedetti risponde all’articolo sull’accessibilità dei vaccini anti-Covid apparso sullo speciale “L’anno che verrà” di Repubblica. “Come abbiamo i No Vax, potremmo avere nazioni No Vax; se non riusciamo a convincere i primi a casa nostra, che faremo con le seconde in giro per il mondo? Stabilire a quali Paesi e in che quantità debbano essere forniti i vaccini richiede conoscenze e potere di coordinamento”

È singolare che Mariana Mazzucato, che ha avuto un grande successo – libresco per sua e nostra fortuna – propugnando che lo Stato possa e debba avere il ruolo di innovatore e investitore, di fronte alla pandemia sostenga che, per frenare questa e qualsiasi altra futura, siano le imprese private a doversi assumere i ruoli e le funzioni proprie degli Stati. È quello che si deduce da un articolo, scritto insieme a Jayati Ghosh, uscito per Project Syndicate e ripreso da La Repubblica del 2 Gennaio 2022.

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→  luglio 3, 2021


Al direttore.

“C’è speranza?”. Secondo Julian Carron, recensito da Ubaldo Casotto il 30 Giugno, è la domanda “più razionale che ci si possa porre di fronte a una pandemia che ha scardinato tutte le certezze che noi, figli della cultura cosiddetta occidentale, abbiamo irragionevolmente coltivato”. Si ha memoria di un’ottantina di gravi pandemie in 2500 anni, dalla peste di Atene del 429 a.C, alla febbre dengue del 2019. La sola certezza su cui possiamo “ragionevolmente calcolare” è che le pandemie sorgono, uccidono, scompaiono; la sola tecnica, nell’attesa dei vaccini, è ancora quella di isolare i malati, Per i più gravi, la tecnologia dei respiratori: ne avremmo avuto uno per non morire soli e soffocati? Una domanda straziante: ma ho difficoltà a scorgervi “la fine di un’illusione, l’esito paradossale della parabola della modernità”.

ARTICOLI CORRELATI
La ragione d’un imprevisto
di Ubaldo Casotto – Il Foglio, 03 luglio 2021

→  maggio 11, 2021


Al direttore.
Che sulla testa dei paesi poveri si giochino partite che riguardano gli equilibri politici di quelli ricchi non è una novità. Succede negli Stati Uniti, dove la retorica dei vaccini-bene-comune, per cui le aziende che hanno inventato i vaccini contro il Covid devono rendere disponibili le loro invenzioni gratuitamente a tutti, è usata come ammonimento a Big Pharma nelle negoziazioni col governo sui prezzi per le forniture di farmaci in generale. Iniziativa colta al balzo in Europa da chi vuole segnare un punto nella battaglia per “reset il capitalismo”, e coprire le proprie magagne “erogando e welfareggiando a più non posso”, per dirla con l’elefantino. Sarebbe meno “virtuoso” ma più efficace ricordare che in un mondo che comunque è diventato globale, per raggiungere l’immunità di gregge deve vaccinarsi il mondo intero.

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