→ dicembre 8, 2005
Invece di bloccare la riforma, perché non pensare di modificarla?
Un difficile percorso a ostacoli, dall’esito tutt’altro che scontato: parlo del referendum sulla riforma costituzionale che il centrosinistra baldanzosamente si avvia a promuovere. Mettiamo le cose in chiaro: ragioni per bocciare (parte di) questa costituzione ce ne sono eccome (oltre a quella dei duri e puri, per cui la Costituzione nata dalla Resistenza non si cambia, punto: come se non ci fossero state le Commissioni Bozzi, Iotti-De Mita, bicamerale, riforma del Titolo V): è comunicarle in un referendum che può diventare un trabocchetto.
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→ aprile 8, 1997
Centinaia sono le modifiche proposte alla Bicamerale, occupano più di 2000 pagine: io sono il solo — a quanto mi consta — ad avere avanzato due proposte di carattere fondamentale per il nostro sistema economico.
La prima è volta a portare in Costituzione il mercato, cioè il sistema di relazioni e di informazioni in cui tutti viviamo e operiamo, da cui nasce la ricchezza del paese. «Il mercato e la concorrenza sono tutelati da una apposita autorità indipendente, con criteri e modalità stabiliti dalla legge», questo il testo della mia proposta, congegnata, per motivi tecnici, come modifica dell’articolo 99.
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→ febbraio 19, 1997
Al Direttore.
I miei tentativi di applicare l’ermeneutica alla lettera di Giovanni Gabriellini (Il Foglio del 14 febbraio) non producono risultati atti a far ridere l’elefantino. Costituzionalizzare Maastricht? Ma a Dublino abbiamo fatto di più, abbiamo firmato le cambiali. Introdurre in Costituzione principi e valori coerenti con l’economia di mercato? Ci sarebbe voluta la Costituente.
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→ febbraio 14, 1997
Tre giorni fa su Repubblica Stefano Rodotà ha fermamente invitato a tenere ferma la Bicamerale sui temi ordinamentali svolti nella seconda parte della Costituzione, e ha implicitamente tacciato di spirito sovversivo chiunque tenti di investire la Commissione dei principi fondamentali posti invece nella prima parte della Costituzione.
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