→ ottobre 31, 2015
Nei riguardi del divieto europeo agli aiuti di Stato noi italiani abbiamo una sorta di debito di riconoscenza. E’ stato infatti grazie all’obbligo di ottemperarvi che abbiamo smontato l’IRI e fatto le grandi privatizzazioni degli anni ‘90. Non possiamo quindi essere sospettati di pregiudizio negativo se il proposito di Margrethe Vestager, commissario europeo alla concorrenza, di considerare come aiuti di Stato gli accordi fiscali di Fiat Chrysler con il Lussemburgo e di Starbucks con i Paesi Bassi, ci ha suscitato qualche sorpresa e molti dubbi.
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→ novembre 29, 2014
Intervista di Matteo Rigamonti
«Le riforme strutturali veramente utili a rilanciare la ripresa, ma soprattutto a “costo zero” per la collettività, sono le liberalizzazioni». Ne è convinto Carlo Stagnaro, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Istituto Bruno Leoni che ha curato l’Indice delle liberalizzazioni 2014, presentato a Roma giovedì scorso alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. «Ciò che emerge con chiarezza dallo studio è che l’Italia non è certo tra i primi paesi d’Europa per grado di apertura alla concorrenza», spiega Stagnaro a tempi.it, «ma quel che è più preoccupante è che ciò avviene contemporaneamente al fatto che siamo, forse, il paese che sta facendo più fatica tra tutti quelli dell’Unione Europea a uscire dalla crisi; ciò a motivo di una somma di ragioni e di ritardi, di cui la scarsa concorrenza non è che uno tra i tanti».
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→ maggio 29, 2012
Un’impresa che voglia dotarsi di un impianto wi-fi, telefonico o dati, con più di 24 punti di accesso, dovrà fare eseguire l’installazione e la successiva manutenzione a un’impresa iscritta a un nuovo registro di installatori abilitati; chi l’impianto già l’avesse, ha 12 mesi per mettersi in regola e fornire agli ispettorati territoriali del dipartimento comunicazioni copia della documentazione dell’impianto, redatta e firmata da un iscritto al registro. E’ quello che prevede il regolamento del ministero dello Sviluppo economico, messo in consultazione il 9 febbraio, con cui viene recepita la direttiva comunitaria 2008/63/CE sulla “concorrenza sui mercati delle apparecchiature terminali di telecomunicazioni”.
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→ marzo 27, 2012
I fondamenti
Perché parlare di economia?
Pensare come un economista è componente dell’educazione
La scuola insegna come “funziona” il mondo
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→ febbraio 20, 2012
Caro Direttore,
come l’ipocrisia è, secondo il proverbio, il tributo che il vizio paga alla virtù, così si potrebbe dire che le Autorità sono il tributo che il dirigismo paga al mercato. Quelle di regolazione dei servizi di pubblica utilità dovevano essere lo strumento per consentire il passaggio dal monopolio pubblico al mercato concorrenziale; tant’è che la legge Ciampi impone che, prima di privatizzare un settore, sia costituita la relativa autorità.
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→ febbraio 5, 2012
Vera concorrenza se calano le proprietà pubbliche.
Ci sono due Europe: c’è l’Europa a 27, quella del mercato unico, e l’Europa a 17, quella dell’euro. La moneta unica, invocata quale mezzo necessario per completare l’unione economica, è diventata, una volta introdotta, strumento per rendere imprescindibile l’unione politica. Per gli europeisti convinti, un’Europa ridotta solo ad area di libero scambio sarebbe la svendita di un ideale: ma si deve constatare che mentre l’Europa dell’unione economica vede gli aderenti, stati e cittadini, sostanzialmente soddisfatti, l’Europa dell’unione politica è attraversata da fratture profonde. La proprietà pubblica di attività economiche erige barriere tra stati, tiene in vita vestigia nazionalistiche: eliminarle è l’aiuto che l’Europa dei 27 puo’ dare a quella dei 17.
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