Archivio per il Tag »concertazione«
→ giugno 14, 2006
Si dice concertazione e subito si pensa a come coniugare risanamento e sviluppo, mercato e solidarietà, merito e individuo; o a come dividere i punti del cuneo fiscale tra imprese e lavoratori o tra imprese e imprese.
Temi di cui non si disconosce l’importanza: ma che fatalmente finiscno in un braccio di ferro per spostare il coltello che taglia una torta troppo piccola, se la concertazione non è volta a prendere di petto il problema di fondo: l’Italia è l’unico tra tutti i paesi industrializzati in cui la produttività da anni non aumenta.
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→ gennaio 16, 2001
L’obiettivo specifico, oggi, dovrebbe essere: liberalizzazioni, riduzione dell’imposizione sul lavoro, innalzamento dell’età pensionabile
La concertazione è lo strumento con cui Ciampi domò l’inflazione nel ’93, imboccando la strada che ci ha poi portato all’euro. È un patto politico in cui le parti sociali si fanno carico dell’interesse generale in vista di un obiettivo specifico. Questi elementi caratterizzanti nell’attuale situazione non ci sono più. È diverso l’assetto politico, dove il maggioritario ha consolidato un’alternanza di governo cui le parti sindacali stentano a prendere le misure.
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→ giugno 23, 1996
Ai nuovi governi, negli altri Paesi, si concedono i conto giorni di lima di miele; ai nostri si concede un solo colpo in canna: i loro primi atti ne marcano successi o insuccessi, fortune o disgrazie. Differenza cui non è probabilmente estranea la trasversalità di certi temi rispetto agli schieramenti politici, con le forze liberalizzatrici disperse tra pds e fi, quelle centrastico-conservatrici arroccate in rc e an. Così è stato per Amato e Ciampi, che riuscirono tirando bene li primo colpo. Così accadde a Berlusconi, che lo fallì nello scontro tra entusiasmi da campagna elettorale e realtà sociale del Paese. Così fu per il governo Dini, marcato sul nascere dall’obbiettivo di annacquare il progetto di riforma pensionistica. Quanto al governo Prodi, è un governo politico con maggioranza politica, ma la regola – Maastricht in vista – vale anche per lui.
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