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Archivio per il Tag »Bush«

→  novembre 10, 2004

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Cosa si cela dietro l’ambigua formula

Per gli “atei devoti”, secondo l’espressione di Nino Andreatta, ribaltata da Giuliano Ferrara, il George W. Bush che ha vinto le elezioni è sia il “born again”, che mobilita il voto dell’America profonda, religiosa e integralista, sia il “commander in chief”, la guida che garantisce al paese sicurezza, e non esita nella lotta contro il terrorismo. La fede del convertito come il fondamento necessario alla fermezza del capo di una nazione in armi.

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→  novembre 4, 2004

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Il trionfo del “nemico”

“Se fossi americano”: potrebbe essere il nome del gioco a cui, molti in Italia, moltissimi in Europa, si sono per mesi appassionati. “…voterei per Kerry”: ne era l’ovvia continuazione. Qualcuno, ed erano parlamentari italiani, e non solo per gioco, vi aveva perfino immaginato un seguito: “…e chiederei a Nader di ritirarsi”.

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→  maggio 21, 2004

lastampa-logo “Mi guida in questo momento una opposizione appassionata alla guerra in Iraq”. Furio Colombo è esplicito sulla ragione che lo spinge a ripubblicare oggi gli articoli su Kennedy che aveva già raccolto in volume 40 anni fa (L’America di Kennedy, Baldini Castoldi Dalai , aprile 2004, €14,40). L’America vera, l’America che per le sue “eccezionalità” è un paese diverso da ogni altro, è per Colombo quella del Mayflower, dei Federalist Papers, ammirata da Tocqueville e realizzata nella breve presidenza di John Fitzgerald Kennedy. “Don’t let it be forgot/ that once there was a spot/ for one brief, shining moment/ that was known as Camelot“. A distanza di tanti anni, le sue pagine conservano intatta la freschezza della passione con cui furono scritte.

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→  aprile 23, 2004


L’Europa rischia di coabitare con il terrorismo

Le date hanno, nella vicenda irachena, una particolare importanza. Quella del 30 Giugno, innanzitutto: secondo il piano americano, quel giorno il potere dovrebbe passare a un Governo provvisorio iracheno. Per l’Ulivo (fino ad oggi), e per gli spagnoli (fino a ieri) è diventato il termine tassativo entro il quale, o il comando politico (per i più intransigenti, anche militare) delle operazioni sarà passato all’ONU, o le truppe dovranno essere ritirate.

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