Archivio per il Tag »Bertinotti«
→ aprile 25, 2006
BERTINOTTI NON È IL SOLO
Bertinotti non è solo, nel pensare ciò che ha detto a proposito delle vendita coatta che la politica dovrebbe imporre a Mediaset. Lo dicono Michele Grillo e Ferdinando Targetti (Il Riformista del 22 aprile): «la proprietà delle reti [tv] va deconcentrata con atto pubblico»: e, a scanso di equivoci, levando due reti a Rai e due a Mediaset. E’ la conclusione, secca e precisa, a cui arrivano nella loro replica al mio articolo sul mercato televisivo del 6 aprile.
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→ giugno 19, 2005
La Quercia teme una performance di Bertinotti. Mastella: questo voto serve solo a Fausto
«Le primarie ci dovranno essere e dovranno essere aperte a tutti i nostri elettori». Lo ribadisce con forza il Professore nella lettera che ieri ha inviato all’esecutivo dell’Italia dei valori. Lui vuole «primarie vere», vuole il crisma dell’investitura popolare. O così, o niente. Candidato premier del centrosinistra sì, ma alle sue condizioni, che Romano Prodi mette nero su bianco: «La soluzione non può essere che quella delle primarie», parola che ritorna più di frequente nella missiva indirizzata ieri al partito di Antonio di Pietro.
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→ maggio 26, 2005
Otto anni dopo
Ciò che non si riesce a scacciare, nella vicenda innescata dallo “strappo” della Margherita sulla lista unitaria, è la sensazione di un passato che, irrisolto, ritorna. La si potrebbe perfino leggere come il riproporsi di un’antica questione: fu Bertinotti o fu Marini a provocare la caduta di Prodi nel 1998?
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→ ottobre 12, 2004
Troppe concessioni all’ala bertinottiana, bisogna cambiare rotta la più presto
Senatore Debenedetti, è d’accordo con il capo di Rifondazione che chiede il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq?
«Assolutamente no».
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→ maggio 16, 2003
Il non voto? Un sollievo per tutti
Annunciando che non andrà votare per il referendum, Sergio Cofferati ha reso tutti contenti.
Le piccole imprese con meno di quindici addetti. Ha reso contenti i loro proprietari ma anche i loro dipendenti, almeno quelli che avevano capito che invece di tutele reali, il referendum promette norme pensate per le grandi imprese, un diritto astratto, non agibile in ambienti sovente famigliari.
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→ febbraio 2, 1997
Immaginiamo il gestore di un fondo di investimento straniero: è interessato alla privatizzazione dei telefoni in Italia, ma il «giallo» di un governo che manda a casa i vertici della società, che pure aveva riconfermato pochi mesi prima, senza dare uno straccio di spiegazione non lo lascia tranquillo. Prima di investire i soldi dei suoi pensionati, manda in Italia un suo analista per cercar di capire cosa sta succedendo. Il giovanotto arriva, si mette in moto incomincia a fare la più ingenua delle domande: perché? «Adesso il padrone è il Tesoro – gli dice uno – che ha deciso di fondere Telecom in Stet: cambiare squadra è logico. Volevano aspettare il primo consiglio di amministrazione, questione di pochi giorni. Ma un giornale ha fatto uno scoop, gli ha scoperto il gioco e han dovuto anticipare». Il giovanotto si accorge che l’amico, mentre parla, arrossisce un po’, giovane sì, americano anche, ma che lo facciano così ingenuo…
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