Archivio per il Tag »berlusconismo«
→ febbraio 23, 2011
Tra tante difficoltà, è ciò che ha unito il Paese negli ultimi 20 anni.
Che cosa stiamo ad aspettare? Un’eventuale condanna in primo grado a Milano che chiuda una stagione politica e ne apra una nuova? La mancata approvazione del federalismo che porti la Lega a staccare la spina? O al contrario la sua approvazione che la liberi della convenienza a non staccarla? Il cigno nero di una nuova (diversa) crisi finanziaria? Una fiammata che incendi la sponda Sud del Mediterraneo?
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→ gennaio 25, 2011
Stato, fisco e giustizia sono i dossier della prima ora mai affrontati
E’ perché manca un’alternativa credibile, si finisce per dire, constatando che né crisi economiche, né sfaldamento di alleanze, né gaffes internazionali, né scandali di vario genere sembrano scalfire il consenso che raccoglie Berlusconi da 16 anni. Ancor più singolare è che, specularmente, nessuno cerchi di impadronirsi di un capitale politico che frutta un dividendo così rilevante e stabile. “Salvare il capitalismo dai capitalisti”, è il titolo di un fortunato libro di Raghuram Rajan e Luigi Zingales. Parafrasandolo: perché a nessuno sembra interessare salvare il berlusconismo da Berlusconi?
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→ novembre 14, 2010
Intervista
Se domandi a Franco Debenedetti – imprenditore ed ex senatore Ds – se Silvio Berlusconi è finito, lui prima ti dice: «C’è una domanda di riserva?», poi si lascia andare in un sospiro pensoso e, alla fine, se insisti, ti risponde.
Il Cav è al capolinea? «Silvio Berlusconi è in una situazione gravemente compromessa. Pur non volendo sottovalutare la sua abilità nelle contese elettorali, situazioni in cui riesce a dare il meglio di sé, io credo che la sua magia sia fortemente appannata, credo sia finita».
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→ novembre 4, 2010
Quando una formula di governo si inaridisce, di solito all’opposizione spunta un’alternativa. Qui invece, saltano gli schemi senza che ne appaia una. L’incapacità di proporla, nella maggioranza è palese, nell’opposizione si nasconde dietro la richiesta di un governo di transizione che la propizi. Quando la crisi esploderà, l’esito dipenderà dalle scelte di coloro che la crisi ha lasciato orfani: quelli del berlusconismo e quelli dell’antiberlusconismo.
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→ luglio 28, 2010
«Questo modello, basato sulla capacità di magnetizzare i consensi e , quindi, sulla capacità di formare coalizioni, è strettamente legato alla figura di Berlusconi. Ma non è solo per motivi fisiologici che è siamo giunti alla fase finale di questa esperienza. Credo ci sia anche una ragione politica: Berlusconi è riuscito a radunare tutti i voti della non sinistra italiana, ma non è riuscito a formare una destra, sia nella sua coesione sia soprattutto nella sua cultura politico. Questo è il vero problema politico che c’è oggi. Perché a sinistra anche il PD, fallita l’ambizione veltroniana dell’autosufficienza, è alla ricerca di una sua identità, tra richiami di modelli desueti, e tentazioni vendoliane. In entrambi i casi potendo al massimo mirare ad apportare i propri voti a una futura coalizione».
→ luglio 6, 2010
Apparentemente misteriosa, la vicenda Brancher è invece rivelatrice di cosa succede in questa fase del berlusconismo.
Misteriosa lo era stata per la subitaneità dell’entrata in scena. Ma come, defatiganti discussioni sulle nomine di authority e aziende pubbliche, mesi di interim prima di sostituire un ministro dimissionario, procedure bizantine per promuovere un viceministro: e qui invece, una mattina ci si sveglia e si apprende che c’é bisogno di un nuovo ministro?
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