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→  gennaio 10, 2007


di Filippo Ceccarelli

È un gran bell’impiccio, l’Italia. E quanto vi accade da una dozzina d’anni fra Montecitorio, Arcore, Palazzo Chigi e Porta a Porta, lo è se possibile ancora di più. Un intrico senza capo né coda, un groviglio di vecchio e di nuovo, un garbuglio di malanni e creatività. Uno «gnommero», o gomitolo sfilacciato, come lo definiva nella sua curiosa lingua il commissario Ingravalle nel Pasticciaccio di Gadda.

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→  ottobre 2, 2006


di Claudio Velardi

Dalla sconfitta annunciata di Berlusconi alla sua quasi-vittoria. Dai 4 milioni e mezzo di elettori delle primarie ai 25mila voti che consentono a Prodi di governare tra condizionamenti estremisti, riforme annunciate e rimangiate, un voto di fiducia dopo l’altro. Sullo sfondo la solita operetta italiana, con le retoriche speculari del “ce la faremo” e del “non c’è niente da fare”, l’abisso del debito pubblico e il trionfo dei compromessi, spie che ci tramano contro, giudici che danno spettacolo, intercettazioni da pochade, affari e manette: regolari tragedie che finiscono in farsa. Mentre i politici parteggiano e dividono invece di unire e governare.
E dire che il 2006 doveva cambiare l’Italia: l’anno uno della Nuova Era dell’Unione di Prodi, dopo il Grande Fallimento berlusconiano. Una lunga corsa, suggellata da schiaccianti vittorie in tutte le elezioni intermedie e conclusa con le trionfali regionali della primavera 2005.

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→  settembre 23, 2006

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ha qualcosa di indecente lo scambio che qualcuno avrebbe proposto a Berlusconi, si comperi pure Telecom, ma rinunci per sempre alla politica (Telecompromessi, il Foglio di giovedì). Se poi viene avanzata da sinistra, la proposta è anche autolesionistica: dimostra infatti la strumentalità con cui vengono branditi i sacri principi della limitazione dei poteri e del divieto al formarsi di posizioni dominanti, i cavalli di battaglia contro le leggi Frattini e Gasparri.

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→  settembre 1, 2006

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L’hanno (o si è) paragonato a De Gasperi, Cavour, Napoleone; gli sono cresciuti i capelli e ha fatto scendere lava dalle colline: ma per fare Berlusconi immortale ci andava il genio di Marco Travaglio e la proposta lanciata sull’Unità per “risolvere” il problema del conflitto in capo a quello che chiama il «furbetto d’interessi».

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→  aprile 2, 2006

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Inutile e antidemocratica una legge ad hoc

Piazzale Loreto? Il senatore diessino Franco Debenedetti, anima liberal della sinistra, non ama queste immagini da regolamento di conti. Tanto più se a evocarle, polemicamente, è il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Commenta: «E’ stato un eccesso retorico. Anche D’Alema giudica sbagliato il riferimento, persino come metafora».

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→  marzo 11, 2006

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Paradossi. Ricolfi e i programmi elettorali

Mercoledì sera, a “Porta a porta”, Silvio Berlusconi, per giustificarsi di ciò che il suo governo non ha fatto, e spiegare perché è criticato per quello che ha fatto, descriveva un’Italia tutta occupata o infiltrata dalla sinistra:«6000 comuni e 13 regioni in mano a loro, i grandi giornali, la magistratura, la Rai, quel viluppo inestricabile di cooperative, municipalizzate, amministrazioni, partito». Deve aver quindi sobbalzato, la mattina dopo, leggendo Luca Ricolfi che, sulla Stampa, va oltre, e qualifica di sinistra perfino il suo governo.

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