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Archivio per il Tag »auto«

→  dicembre 7, 2024


Dal 2035 non si potranno immatricolare più automobili con motore endotermico e già oggi si chiudono o si trasformano le fabbriche che le producevano. Abbondano le analisi delle conseguenze quantitative e qualitative sui lavoratori, quelli impiegati nelle fabbriche che le producevano e quelli nell’indotto, sia di componenti sia di servizi. Si è trascurata però un’altra conseguenza, l’inevitabile rottamazione di un altro patrimonio, quello della cultura tecnologica necessaria per la costruzione dell’automobile. Per costruire il modello T, Henry Ford introdusse nelle sue fabbriche la catena di montaggio: da allora è stato un continuo segmentare ogni fase di lavorazione, per renderla più efficiente guadagnando per ognuna frazioni di secondo, e costruendo le macchine che lo rendessero possibile. Da un lato, l’analisi tempi e metodi, dall’altro lato lo sfruttamento dei lavoratori che essa rendeva possibile: accanto alla metodologia per assegnare tempi si organizzava la resistenza dei lavoratori allo sfruttamento che essa rendeva possibile.

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→  maggio 28, 2008

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da Peccati Capitali

Da Gianni Agnelli a John Elkann. Il nipote dell’Avvocato diventa presidente dell’Ifil e segna la fine di un’epoca: quella delle fabbriche e del potere degli industriali.

La fotografia di Gianni Agnelli trentenne sorridente al volante di un’utilitaria mentre i “grandi”, Vittorio Valletta, Leopoldo Pirelli, e Giuseppe Bianchi parlano tra di loro, rappresenta un’epoca: quella in cui la 600 era il sogno di chi aveva la Vespa; e in cui il potere vero era nelle mani di chi gestiva le fabbriche, non di chi tagliava le cedole delle azioni.

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→  dicembre 22, 2002

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Un quarto delle persone che lo scorso anno avevano scelto una Fiat, oggi preferiscono comperare un’auto di marca diversa: questo è il fatto, si verifica giorno per giorno, ogni giorno. Convincere i clienti a comperare di nuovo vetture Fiat: questo è il problema. Dalla sua soluzione dipende la sorte della nostra maggiore industria manifatturiera e delle oltre 200.000 persone impiegate nel settore, e la struttura della nostra economia.

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