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→  maggio 3, 2014


di Marco Valerio Lo Prete

Se negli Stati Uniti l’elisir dell’egualitarismo va a ruba, come dimostra lo straordinario successo mediatico e di vendite del saggio sul Capitale dell’economista Thomas Piketty, dipende anche dal fatto che la divaricazione dei redditi nelle società occidentali esiste e cresce. Tutto sta però, secondo l’economista Luigi Zingales, a non cedere “alla convergenza tra élite ideologicamente anti mercato e diseredati comprensibilmente arrabbiati”, non foss’altro perché “non è con la visione illuministica e statica dei primi che si possono attutire le differenze di reddito che affliggono i secondi. Meglio sarebbe, piuttosto, nutrire un sano populismo pro mercato che, almeno negli Stati Uniti, ha radici storiche”, dice l’economista dell’Università di Chicago parlando con il Foglio.

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→  maggio 1, 2014


di Michele Magno

Al direttore.

Seguo con vivo interesse il dibattito ospitato dal Foglio sul libro di Thomas Piketty. Sebbene non l’abbia ancora letto e non sia un economista, mi consenta lo stesso un paio di considerazioni.

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→  maggio 1, 2014


di Maurizio Stefanini

In realtà, più che socialista, Thomas Piketty è il nuovo Henry George (m. 1897), segue quella linea che va da Platone a Ezra Pound e forse a Giulio Tremonti, passando per Maometto. Il titolo, “Le capital au XXIe siècle” nell’originale francese, passato quasi inosservato se non fosse stato per la traduzione in inglese, ammicca chiaramente a Marx. Anche se Piketty, figlio di genitori trotzkisti e sessantottini, dice espressamente di appartenere a una generazione che avendo compiuto 18 anni mentre cadeva il Muro di Berlino non ha rimpianti per il comunismo o l’Unione sovietica.

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→  aprile 30, 2014


di Giuliano Ferrara

Se Paul Krugman dice che il libro di questo Thomas Piketty è la nuova edizione per il nostro secolo dell’anatomia della società civile dell’Ottocento contenuta nel Das Kapital di Marx (in realtà Krugman è spicciativo, scrive in tono entusiasta che è fantastico, il miglior libro da decenni in qua), devo credergli. Se un verbale di commissariato parigino afferma che Piketty le suonava alla moglie, Aurélie Filippetti, ora ministro della Cultura, devo credergli. Se il Wall Street Journal trova il saggio che fa tendenza a Washington ideologico e confuso quanto a dati e interpretazioni, devo credergli.

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→  aprile 18, 2014


di Andrea Bosco

Non una bella storia. La Scala ne ha, a dire il vero, vissute di più complicate. Nondimeno la querelle che vede protagonista il sovrintendente in pectore Alexander Pereira sta creando imbarazzo. Secondo Pereira, gli allestimenti da lui acquistati con lettera di intenti a Salisburgo (a oltre un milione di euro) sono per Milano un affare.

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→  aprile 17, 2014


di Gianni Toniolo

A un giornalista che gli chiedeva che cosa si provasse a essere l’uomo più potente del mondo Bill Clinton rispose indicando Greenspan (presidente della Fed): «Chiedetelo a lui». Erano gli anni della “grande moderazione”, caratterizzati da robusta crescita e bassa inflazione: un grande successo (non si vedeva qualcosa di simile dal primo Novecento), attribuito in buona misura alle banche centrali, pericolosamente accreditate di una quasi onnipotenza.

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