→ maggio 11, 2000

Se fosse vero quello che ambiguamente fanno intendere i sindacati, e cioè che con il referendum si legalizzano i licenziamenti ingiustificati, ovviamente voterei No. Invece così non è, il divieto di licenziamenti antisindacali o discriminatori rimane in vita esattamente come prima; abrogando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori si leva solo ai giudici il compito di stabilire se è vero o no che un’azienda non ha più lavoro da dare, e quindi il potere discrezionale di ordinare il reintegro del lavoratore licenziato: magari dopo due anni di incertezze per tutti.
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→ gennaio 21, 2000

Tre anni fa i referendum non erano neppure all’orizzonte: non è quindi ai referendum che pensavo quando scrissi e presentai il progetto di legge sulla disciplina dei licenziamenti. Ed è indipendentemente dall’incombere dei referendum che vorrei, dopo tre anni, rileggerlo.
Che cosa dice in sintesi? In caso di licenziamento per motivo economico, prevede che il lavoratore possa scegliere fra il godimento immediato di un congruo indennizzo ( sei mesi di retribuzione più un mese per ogni anno di anzianità) oppure la permanenza sul posto di lavoro per un periodo corrispondente, oppure, sempre a sua scelta, per un periodo minore con monetizzazione della parte restante.
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