Svolta a sinistra

aprile 17, 2003


Pubblicato In: Giornali, La Stampa

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L’esito della guerra modifica i rapporti interni

Qualcosa sta cambiando nei rapporti di forza interni al centrosinistra. Piero Fassino, alla convenzione dell’Ulivo, denuncia l’incompatibilità tra le varie cariche di Sergio Cofferati – la Di Vittorio, Aprile, la direzione Ds – e richiama perentoriamente alla disciplina di voto in aula. Margherita e Ds votano a favore della missione in Iraq, senza preoccuparsi di rincorrere il dissenso di Verdi e Comunisti italiani. Michele Salvati lancia una provocatoria proposta di razionalizzazione: i riformisti radicali da una parte, sotto la guida di Cofferati, e i riformisti moderati con Margherita in un nuovo Partito democratico, guidato da Prodi. «Il centrosinistra non è in sé debole», annota di rimando Sergio Chiamparino.

Su Repubblica Hans Magnus Enzensberger analizza lo «sbaglio dei pacifisti», prendere l’atteggiamento del coniglio di fronte al serpente: nonostante i «blow up» lilligruberisti, tutti constatano che le previste ecatombi (200 mila morti) non si sono verificate, che le piazze del Medio ed Estremo Oriente non stanno esplodendo, che ci sono muri che iniziano a sgretolarsi. Anche se «il sollievo è un moto dell’animo a cui è meglio non cedere». Nel campo dei riformisti, alle strategie dei neoconservatori, pur sempre avversate, si incomincia a riconoscere rigore logico e intellettuale. A fronte dello storico evento dell’entrata di dieci nuovi paesi nell’Unione Europea, il meeting di San Pietroburgo tra Francia, Germania e Russia richiama immagini da Triplice Intesa. Qualunque sia il ruolo futuro dell’Europa, quello di contrastare gli Usa appare più un errore che una velleità. Tutta (o quasi…) l’opposizione è allineata nel giudicare «illegittima» una guerra senza Onu: ma il criterio vacilla. In presenza di terrorismo transnazionale, catastrofi climatiche, miseria globale, violazioni dei diritti umani, scrive Ulrich Beck su Repubblica, «il principio fondativo delle Nazioni Unite, quello della inviolabilità della sovranità nazionale» non regge più, «il compito che abbiamo di fronte non è quello di salvare le Nazioni Unite così come sono, ma di rifarle»: e come fare a sostenere che, in tali condizioni, sia proprio l’Onu la fonte della legittimità? È l’esito della guerra che sta modificando i rapporti interni al centrosinistra. Lo fa in direzione opposta a quella di chi ha riempito le piazze con le folle dei «senza se e senza ma». La realtà è severo giudice delle utopie.

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