Autorevoli amici hanno manifestato opinioni, talune perplesse altre decisamente negative, alla mia proposta “Contro il deficit vendere le Genco” (si veda «Il Sole-24 Ore» del 20 Giugno): questa vendita — sostengono — sarebbe in realtà una privatizzazione, e quindi i relativi proventi non potrebbero avere altra destinazione che l’ammortamento del debito pubblico. Che ciò corrisponda allo spirito (non alla lettera, credo) della legge 474, non solo l’ho scritto chiaramente nel mio articolo, ma lo sostenevo sul Sole già l’8 Ottobre dello scorso anno (“Enel, quel corto circuito Genco-Infostrada”): di fronte alle dichiarate intenzioni di Enel di destinare i proventi delle Genco per pagare l’acquisto di Infostrada sopperendo alle necessità di cassa con un prestito ponte, chiedevo al Governo di esigere dall’azienda il versamento di un dividendo straordinario da destinare ad ammortamento del debito pubblico.
L’anno scorso, la mia proposta non venne ripresa da nessun commentatore e non venne accolta dal Governo. Se allora sembrò lecito che i proventi potessero essere impiegati per perseguire i piani del manager di un’azienda controllata dal Tesoro — addirittura per scopi opposti alla privatizzazione — è difficile oggi sostenere che quei medesimi proventi non possono essere usati dal nuovo Governo per perseguire i propri programmi: e dalla attuale minoranza per una linea diversa da una sterile opposizione frontale.
giugno 29, 2001