Sui proventi delle cessioni prediche ideologiche

giugno 29, 2001


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore


Autorevoli amici hanno manifestato opinioni, talune perplesse altre de­cisamente negative, alla mia proposta “Contro il deficit vendere le Genco” (si veda «Il Sole-24 Ore» del 20 Giugno): questa vendita — sostengono — sareb­be in realtà una privatizzazione, e quin­di i relativi proventi non potrebbero ave­re altra destinazione che l’ammortamen­to del debito pubblico. Che ciò corri­sponda allo spirito (non alla lettera, cre­do) della legge 474, non solo l’ho scrit­to chiaramente nel mio articolo, ma lo sostenevo sul Sole già l’8 Ottobre dello scorso anno (“Enel, quel corto circuito Genco-Infostrada”): di fronte alle dichia­rate intenzioni di Enel di destinare i proventi delle Genco per pagare l’acqui­sto di Infostrada sopperendo alle necessità di cassa con un prestito ponte, chie­devo al Governo di esigere dall’azienda il versamento di un dividendo straordi­nario da destinare ad ammortamento del debito pubblico.

L’anno scorso, la mia proposta non venne ripresa da nessun commentatore e non venne accolta dal Governo. Se allora sembrò lecito che i proventi potessero essere impiegati per perseguire i piani del manager di un’azienda controllata dal Tesoro — ad­dirittura per scopi opposti alla privatiz­zazione — è difficile oggi sostenere che quei medesimi proventi non possono essere usati dal nuovo Governo per per­seguire i propri programmi: e dalla attua­le minoranza per una linea diversa da una sterile opposizione frontale.

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