Ritorno a un passato che si voleva sepolto

ottobre 19, 2001


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore


Il Ministro Antonio Marzano ritiene ”opportuna” la presenza di un rappresentante del suo dicastero nei consigli di amministrazione di ENI ed Enel

E’ un problema politico della massima rilevanza quello che ha aperto ieri il Ministro Antonio Marzano in audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera, dicendo di ritenere ”opportuna” la presenza di un rappresentante del suo dicastero nei consigli di amministrazione di ENI ed Enel.

La legge 474/94, di conversione del decreto legge del Governo Ciampi sulle privatizzazioni, approvata durante il primo governo Berlusconi, stabilisce che i consigli di amministrazione delle aziende da privatizzare siano nominati dal Tesoro. Questi ha sempre confermato di gestire le partecipazioni in ottica finanziaria, coerentemente con l’obbiettivo di venderle al meglio. Tanto che, di fronte a interrogativi su come gli amministratori designati dal Tesoro votassero di fronte a proposte dei manager, il Tesoro ha sempre rimarcato l’indipendenza dei suoi delegati, quanto alla valutazione dei piani industriali.

Quella del Ministro Marzano non è un’affermazione isolata: riecheggia un’analoga richiesta avanzata dal Ministro Lunardi per i consigli di Alitalia e delle Ferrovie dello Stato; si ricollega all’eloquente silenzio del Ministro Frattini sulla sorte dell’Autorità dell’Energia Elettrica ed il gas nel piano di riordino che sta predisponendo, silenzio interpretato come desiderio di riportare al Ministero competenze che la legge assegna alle Autorità indipendenti; conferma le voci secondo cui il Ministero di Via Veneto vorrebbe gestire in proprio la gara per l’importazione di energia elettrica. Inoltre la richiesta del Ministero dell’Industria ne legittima di analoghe da parte del Ministero delle Comunicazioni e di quello delle Infrastrutture, date le presenze di Enel nella telefonia e negli acquedotti.

Per queste ragioni, per la seniority politica di chi le ha fatte e per la sede in cui sono state pronunciate, le affermazioni del Ministro Marzano sono il segno di una discontinuità politica di eccezionale gravità. Se alla gestione “finanziaria” del Tesoro si sostituisse la gestione “industriale” dei ministeri di competenza, ciò avrebbe una tanto evidente quanto inevitabile conseguenza: il Governo, questo Governo, intende sostituire, all’impegno a dismettere, la volontà di “fare”, esso, politica industriale. Una radicale inversione di marcia rispetto a una politica seguita con costanza e coerenza da 8 governi per 9 anni. Un ritorno a un passato che si pensava, si voleva, passato per sempre.

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