Proposta sui titoli di Stato

gennaio 2, 2012


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali


Lettera di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

Caro Direttore,

nelle aste di dicembre, € 9 miliardi di BOT a sei mesi sono stati collocati con un rendimento pari al 3,25%, dimezzato rispetto all’offerta precedente, € 1,73 miliardi di CTZ a 24 mesi sono stati piazzati al tasso del 4,85%. Invece per € 7 miliardi di BTP decennali il tasso di collocamento è stato prossimo al 7%. Comprensibile il sollievo del Governo per avere finalmente un buon risultato da annunciare, legittima l’enfasi della radio di stato, giusto il riconoscimento da parte degli organi di informazione, impeccabile Monti a “non considerare terminate le turbolenze finanziarie”: in sostanza tutti hanno preso atto delle risposte del mercato. Ma nessuno ha suggerito di approfittare del momento, aumentando la raccolta a 2 – 3 anni e riducendo quella a 10. E questo non per motivi tecnici, il Tesoro avendo in materia una riconosciuta perizia, ma per ragioni politiche. Cioè per ragioni che riguardano meno Monti ministro dell’Economia e più Monti presidente del Consiglio.

0Tre anni infatti sembrano un termine sufficiente perché le misure prese dal governo abbiano dimostrato di avere effetto; a quel punto i mercati non mancherebbero di riconoscerlo, il tasso del decennale si riporterebbe a valori normali, e il Tesoro potrebbe ritornare alla politica tradizionale di avere una durata media del debito particolarmente lunga. Aumentare in modo non simbolico la proporzione di titoli a 2 – 3 anni darebbe al mercato la prova che il governo crede in sé e nella efficacia delle misure che prenderà a breve, con efficacia comunicativa maggiore dei discorsi e delle conferenze stampa.

Tre anni è anche la scadenza del prestito all’1% reso disponibile dalla BCE, e questo ha certo influito sui risultati delle aste del 28 Dicembre. Ma non saremmo coerenti se fossimo proprio noi a non trarne vantaggio.

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