Al direttore.
Questa proprio non l’ho capita: perché un esercente dovrebbe potersi rifiutare di accettare un pagamento con Pos se l’importo è inferiore a un dato importo, 30 o 60 euro che sia? Premesso che la moneta elettronica non ha, a differenza di quella emessa dalle banche centrali, corso legale, cioè la caratteristica di non poter essere rifiutata per l’estinzione delle obbligazioni pecuniarie, è il mezzo di pagamento sempre più usato da italiani e ancor più da molti stranieri.
Il fornitore cerca di accontentare il cliente senza che glielo dica la legge, il divieto è solo una “grida” in più. Ma soprattutto, posto che quanto il gestore richiede per il servizio è una percentuale del prezzo, non c’è nessuna ragione economica per accettarla per pagare la rivista d’arte da 100 euro e di rifiutarla per il giornale da 2,50. Al contrario: l’esercente che non accetta il Pos per piccoli importi magari non si accorge se ha sbagliato un cliente nel pagare o lui nel dare il resto, e alla fine della giornata, invece di chiudere la cassa con un clic, deve contare monete e monetine, ricontarle quando li porta in banca: quanto più esiguo è il singolo importo, tanto maggiore è il vantaggio di avere qualcuno che tiene i conti per lui.
Telepass offre uno sconto del 10 per cento a chi paga l’importo della sosta nelle righe blu con la carta anziché in contanti: in parte sarà per farsi pubblicità, ma in parte è perché così si riducono i costi della raccolta. Se gli edicolanti ritengono che non gli conviene più vendere giornali, e chiudono uno dopo l’altro, la questione riguarda gli editori (e i coriacei lettori “cartacei”), non il Pos. Gli unici che ci perdono sono quelli che vivono di elemosina: cosa gli do se non ho monete in tasca? Già è dubbio che il Reddito di cittadinanza sia lo strumento giusto per risolvere il problema della povertà: non sarà il limite all’uso del Pos a risolvere quello della miseria nera.
La risposta del Direttore
Torno a ribadire: per quale ragione un servizio come il Pos non andrebbe pagato? Meno rischi di rapine. Meno fatica nella rendicontazione degli scontrini emessi. Tempo guadagnato nel non essere costretti a portare i soldi in banca. E torno a ribadire che se sei contro il Pos, sei a favore dei contanti liberi, se sei a favore dei condoni e non ti preoccupi di alimentare il fenomeno dei falsi minimi, non stai solo strizzando l’occhiolino agli evasori fiscali ma stai anche creando le condizioni giuste per avere nella prossima manovra meno soldi, ricavati dalla lotta all’evasione, da usare per aiutare gli italiani più in difficoltà (tra il 2015 e il 2020, grazie a fatturazione elettronica e digitalizzazione dei pagamenti, l’Italia ha registrato una riduzione dell’evasione fiscale di circa 17 miliardi di euro, grosso modo il 20 per cento del totale. Dicesi, cara Meloni, agenda Tafazzi).
dicembre 2, 2022