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→  giugno 6, 2014


Da quando è stata pubblicata la traduzione inglese di “Le Capital au XXIe Siècle”, le recensioni, i convegni, gli inviti hanno proiettato Thomas Piketty a livelli di notorietà inusuali per un economista. Ragion per cui, quando il Financial Times spara la notizia che ci sono errori nei suoi numeri e nel modo di usarli, il botto è proporzionato al successo. Gli entusiasti tutti dietro a Paul Krugman, a scagliarsi contro i pignoli incompetenti che avevano osato attaccarlo, i critici (quorum ego) a sorridere: che vi dicevo? Thomas Piketty ha scritto 1.000 pagine (dell’edizione originale) corredate da 115 tra grafici e tabelle, sintesi di 15 anni di lavoro accademico, una formidabile cintura protettiva intorno alla tesi che il capitalismo produce diseguaglianza. “Dimostrare” una tesi con una massa intimidente di dati: è il pikettismo. Ragionare sul rapporto tra scelta della tesi e raccolta dei dati: è il metapikettismo.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  giugno 3, 2014


Le elezioni europee hanno creato il momento propizio agli europeisti pragmatici: a patto di leggerne bene il risultato.
Che non è quel 30 per cento che si ottiene sommando tutti i voti dati ai partiti antieuropeisti, questo è ciò che pensano quanti considerano che “più Europa” sia la risposta a ogni e qualsiasi problema, euroscetticismo compreso; traggono spunto dal fatto che quel 30 per cento circa non forma un progetto politico positivo per raddoppiare i propri appelli alla sempre più stretta integrazione “verso gli Stati Uniti d’Europa”. Invece, mai come questa volta le elezioni europee sono state elezioni mid term nazionali: di fronte ai problemi l’elettore europeo guarda in primo luogo al proprio governo nazionale. L’euroscetticismo è un elemento comune di posizioni politiche affatto diverse: Marine Le Pen è neofascista, Nigel Farage conservatore, Grillo chissà. Affermate da Grillo, negate da Renzi, al centro della campagna elettorale nostra sono state le conseguenze che il risultato avrebbe avuto sul governo, addirittura sulla legislatura. In Francia e in Inghilterra, la campagna elettorale è stata un posizionarsi di partiti e candidati in vista delle prossime elezioni politiche. E quando non rappresenta uno strumento per la lotta politica interna, l’euroscetticismo è l’esito di un’Europa che, persa dietro al miraggio federalista, risponde con più centralizzazione e più produzione di norme a qualsiasi problema.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  giugno 1, 2014


Mosaico al Torcello
Per il matrimonio di Anna Giavazzi e Giovanni Zevi della Porta
1° Giugno 2014


Epitalamio, Anna, si fa presto a dirlo! Il passato remoto intimidisce – Saffo, Catullo. Il tuo Parini lo si può leggere solo più come una parodia.

E pur dolce in su i begli anni
De la calda età novella
Lo sposar vaga donzella,
Che d’amor già ne ferì.

Epitalami ce ne sono anche di moderni. Splendido Neruda.

Recuerdas cuando en invierno llegamos a la isla?

Ma è qualcun altro che deve ricordare con te cosa successe sull’isola. Meglio fermarsi qui: anzi, meglio lasciar perdere. Meglio parlare del tempo. Oltretutto del matrimonio il tempo è, per così dire, il campo.

C’è il tempo passato, è stato il tempo dell’attesa. I sette anni che Giacobbe dovette attendere, pascolando le greggi di Labano, prima che gli venisse concesso di generare figli con Rachele. Poi a lui non andò esattamente così: ma qui, quanto a stato civile, andiamo sul sicuro.

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Pubblicato In: Convegni
→  maggio 29, 2014


Asti, 18 marzo 2014
con Alberto Cavaglion e Paolo De Benedetti

Roma, 15 maggio 2014
con Enrico Mentana, Giovanni Orsina e Nathania Zevi

Milano, 29 maggio 2014
con Ferruccio de Bortoli e Emilio Ottolenghi


Presentazione a Milano,
Libreria claudiana
29 Maggio 2014


L’occasione da cui sarebbe nato questo libro, è legata a un nome. Attaccato o staccato? C’ è un fatto che ancora oggi non riesco a spiegarmi. Il censimento napoleonico del 1808 mette fine alle incertezze consentite dalla traduzione di Le Bet Baruch: i Debenedetti sono “ufficialmente” attaccati. E così restano in tutti i documenti. Finché, credo negli anni ’30, alcuni, ma non tutti, prendono a scriversi staccati. Perché? Debolezze nobiliari? Fa ridere. Nicomedismo per sfuggire alle leggi razziali? Fa piangere. Io mi son costruito l’ipotesi che derivi dall’afflusso di funzionari del Mezzogiorno, dove il De Benedetti in tutte le sue varianti è diffuso, e ha tutta l’aria di essere parente degli Espositi, Diotallevi. Oggi, se non si dice niente, Debenedetti sul computer lo scrivono staccato.

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→  maggio 20, 2014


Thomas Piketty
Le Capital au XXIème siècle
SEUIL, 2013


Alcune delle formule che hanno cambiato il nostro modo di capire il mondo sono semplici e compatte: quella di Einstein dell’equivalenza di massa ed energia, quella che definisce l’entropia, che Planck scrisse sulla tomba di Blotzmann. La formula della “diseguaglianza fondamentale”, che “in un certo senso riassume la logica complessiva” del lavoro di Thomas Piketty, quanto a compattezza è imbattibile imbattibile: “r>g”. Ma che sia la legge bronzea che spiega il funzionamento del “capitale del XXI secolo” è tutto da vedere.

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→  maggio 20, 2014


E’stata l’accusa di conflitto di interessi a creare l’affaire Pereira. Senza, sarebbe rimasto una polemica, una delle tante che nascono nel mondo della lirica, e di cui quel mondo vive. Con quell’accusa, una questione manageriale diventa politica, una contestazione al sovrintendente diventa un’accusa al sindaco.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio