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→  giugno 23, 2017


La querelle per la banda larga in aree a “fallimento di mercato” rivela un tic ostile alla concorrenza.

Al direttore.

Sunt nomina consequentia rerum. Davvero “i nomi sono conseguenti alle cose”? E se invece fosse vero il contrario, cioè che le res dipendono dai nomina? Ovvero che valga anche per i fatti quel che comunemente si dice delle persone, che nomen omen?

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  giugno 20, 2017


Il Ministro De Vincenti minaccia di chiedere i danni a TIM. Il sottosegretario Giacomelli preannuncia l’intervento del Governo per evitare il danno pubblico che l’azienda provocherebbe investendo in banda ultra larga nelle aree svantaggiate (tecnicamente, zone bianche) per le quali il governo ha stanziato risorse da assegnare con gara. Nella storia della telefonia italliana si sta per scrivere un nuovo capitolo.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  giugno 14, 2017


di Franco Debenedetti e Nicola Rossi

Un sentiero stretto ma molto, molto virtuoso”: si parla di finanza pubblica, e a leggerlo sul Foglio del 30 maggio c’è da trasecolare. E invece è quello che “dimostra” il professor Marco Fortis: basta sommare crescita e avanzo primario, e noi tra le grandi economie siamo secondi solo alla Germania. Se cresciamo meno è solo perché facciamo meno spesa pubblica, non avessimo quel debito potremmo spendere quanto spende la Germania e cresceremmo come lei. Miracoli della germanofobia!

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  giugno 9, 2017


Pregiudizio anticapitalistico e terrorismo ambientalista all’origine degli errori di gestione della vicenda Riva

La vicenda ILVA, dopo cinque anni, sembra avviata a compimento. Se, come pare, lo stesso sarà per Alitalia e MPS, ci saremo liberati di tre ingombranti macigni. Ma una cosa è il sollievo, altra è la soddisfazione: che in questo caso è del tutto fuori luogo. Perché mentre Alitalia perdeva soldi fin da quando era dell’IRI e turbava i sonni di Prodi; mentre non c’era ancora l’euro quando la singolarità di una banca municipale nel mondo della finanza globalizzata suscitava i sarcastici commenti di Massimo D’Alema; l’ILVA privatizzata produceva acciaio e generava profitti, l’uno e gli altri in apprezzabile quantità. In cinque anni, dall’ordinanza del GIP di Taranto, Patrizia Todisco, che a luglio 2012 ordinava il sequestro dell’area a caldo dell’ILVA, “senza alcuna facoltà d’uso degli stessi a fini produttivi”, la società ha perso circa 4 miliardi e ad oggi restano da fare alcuni miliardi di investimenti ambientali e industriali, che il nuovo acquirente si è impegnato a eseguire; svaniscono alcune migliaia di posti di lavoro; non abbiamo più la nostra voce nel club degli acciaieri europei, dove si spartiranno i vantaggi derivanti dai dazi imposti dall’Europa sull’acciaio cinese. Un bilancio così costoso esige almeno di chiedersi se non si poteva far di meglio, e capire perché non lo si è fatto.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  giugno 1, 2017


Ogni anno, allo stesso giorno (se non è festivo), alla stessa ora, nello stesso salone di Palazzo Koch, davanti allo stesso parterre di autorità e di personalità: la Relazione annuale in cui il Governatore di Banca d’Italia rende le sue Considerazioni finali sono un rito della Repubblica. Ma quella di quest’anno verrà ricordata per alcune singolarità. La legge sul risparmio del 2005 definisce la durata in carica, che prima era vita, in 6 anni, rinnovabili una volta sola. Il mandato di Mario Draghi terminò anzitempo per la nomina alla Bce. Il primo mandato di Ignazio Visco scade a novembre. Il rito prevede che, terminata la cerimonia, i convenuti si intrattengano a scambiarsi commenti, su contenuti della relazione, su tono della voce, perfino su singole parole (memorabile la “parresia” di Antonio Fazio), Quest’anno invece le “Considerazioni” che tenevano banco finivano tutte su una domanda: sarà lui o un altro a officiare la prossima cerimonia? E questo è la prima volta che accade.

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Pubblicato In: Varie
→  maggio 27, 2017


«Noi, una rete globale». Virgolettato nel titolo, è questo l’obiettivo delle Ferrovie dello Stato: lo delinea, in un’ampia intervista su Affari & Finanza del 22 maggio, l’amministratore delegato Renato Mazzonicini. Questo il catalogo delle maglie che la compongono: rete fissa, segnalamento ferroviario compreso; traffico passeggeri – Frecce, lunga percorrenza, intercity, regionale; traffico merci; grandi stazioni; collegamenti con autobus; trasporto pubblico metropolitano, compresi 234 chilometri di metropolitane; manutenzione e costruzione di strade statali; ruolo di sistemista (o di main contractor) di tratte ad alta velocità; generazione fotovoltaica e stoccaggio di energia elettrica. Il tutto in Italia e in giro per il mondo.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore